Il caso di Alessandro Zan non è sporadico. La propaganda Lgbt+, tra gay Pride, corsi di cucina e progetti nelle scuole, sta diventando un vero e proprio business. Il caso più emblematico è il Comune di Bologna che da anni foraggia di fondi il Cassero e che nella previsione del bilancio del 2024 e degli anni successivi ha stabilito di destinare 115.000 euro per attuare il patto con le associazioni Lgbt. Altri 90mila euro andranno a vantaggio dello sportello antidiscriminazione. A Milano, invece, ha colpito l’idea del sindaco Beppe Sala di colorare d’arcobaleno la fermata della metro Porta Venezia e alcuni tram pubblici. «Qui il problema sono gli introiti pubblicitari che sono mancati perché quegli spazi sono stati concessi gratuitamente per fare una mera politica di facciata e modaiola», spiega Riccardo Truppo, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio comunale di Milano. Il Comune di Torino, invece, lo scorso maggio, ha dato il via libera alla nascita del museo dell’omosessualità, un progetto sostenuto dal consigliere comunale di +Europa Silvio Viale e ideato nel 2021 da Angelo Pezzana, presidente della Fondazione Sandro Penna FUORI!, (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano). Il Comune di Torino e la Regione Piemonte si sono impegnati a trovare i fondi per finanziare il progetto, ma al momento non si conoscono le cifre dell’intera operazione. I corsi approvati dal Comune di Roma e di Napoli sono più economici, ma ugualmente discutibili. Il Campidoglio, infatti, all’inizio di ottobre, ha approvato il progetto «Roma Scuola Aperta. Mappa della città educante», all’interno del quale spicca l’iniziativa «Ti presento Andrea. Viaggio nella comunità LGBTQIA+», rivolto alle scuole medie, ai licei e agli istituti professionali. Si tratta di una serie di incontri tenuti insieme alle associazioni Lgbt come Famiglie Arcobaleno, Genderlens, Rete Genitori Rainbow, Gaynet Roma, Plus Roma, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e Gay Center al fine di sdoganare temi come le carriere alias, ossia la possibilità che sempre più spesso viene data ai transessuali di utilizzare in classe non il nome registrato all’anagrafe ma quello che ogni alunno si sceglie indipendentemente dal proprio sesso. Nel capoluogo partenopeo, infine, incuriosisce il progetto «cucina arcobaleno» del Comune che prevede l’istituzione di un corso di cucina mediterranea destinato alle donne trans detenute nel carcere «Pasquale Mandato» di Secondigliano.