Davigo choc sui suicidi degli indagati: mi dispiace perché si perde una fonte

Davigo choc sui suicidi degli indagati: mi dispiace perché si perde una fonte

Una risata li seppellirà. Chi avesse ancora dubbi su quanta disinformazione sia possibile produrre sui social dovrebbe turarsi il naso e sorbirsi 100 e passa minuti di trasmissione con Fedez, il podcaster Davide Marra e Piercamillo Davigo. Un cattivo maestro e due pessimi studenti. Tanto impreparati loro («Come si chiamava? Pentapartito? La concussione è stata abolita, no? Chi, Mario Chiesa? Ah sì» ) quanto gigionesco l’altro, mai smentito nelle inesattezze su Mani pulite «indebolita dalle prescrizioni» o sul legame tutto da dimostrare tra il calo degli omicidi e il lavoro dei magistrati, contro il Guardasigilli definito ministro inutile perché «mentre i suoi colleghi spostano generali o prefetti lui al massimo può spostare qualche cancelliere. Carlo Nordio? Uno che parla a vanvera». Qualche ammissione sul Pci che la fece franca nonostante i suoi 125 casi isolati per colpa dell’amnistia del 1989, il ricordo del no a Ignazio La Russa che lo voleva ministro fino al macabro accanimento su chi non può più difendersi come Bettino Craxi («Suo figlio Bobo è un ignorante») o Silvio Berlusconi e la sua «buffonata all’ospizio» da condannato, con l’oltraggio finale per chi si è suicidato in carcere («solo cinque su 4.200 indagati»). Il suo unico rammarico è quello di aver perso con loro delle fonti per dei possibili riscontri alle sue indagini, detto con il solito cinismo di Davigo che nessuno dei conduttori si sogna di rimproverare, tra una risata d’ignoranza e qualche parolaccia

Leave a comment

Your email address will not be published.