Proviamo a dare un po’ di sapore poetico ai numeri che decretano il successo delle notizie sul web, di seguito alcuni dei fatti più cliccati della settimana rivisitati e corretti
Il saluto a Giulia Cecchettin
Una violenza disperata, folle e diabolica ha strappato la vita a Giulia Cecchettin, con quella pioggia di sangue e coltellate sul collo e in viso che ha posto fine alla vita della ventiduenne e ventidue anni sono spaventosamente troppo pochi per andarsene. Il suo assassino Fabio Turetta diceva di amarla, un amore tetro e malato che si è trasformato nel suo macabro opposto. Niente può cancellare quei fendenti né riportare Giulia indietro, ma speriamo almeno che la giustizia sia fedele al proprio nome ed emetta una giusta condanna.
Un Paese con la pancia confusa
Il numero di donne uccise dai propri compagni o ex compagni è alto, inaccettabile e questo può far comprendere la rabbia montata dopo l’omicidio di Giulia. Ma con la rabbia in corpo si ragiona male – la pancia non è sempre la migliore strada per indagare la verità e l’armonia – e infatti le reazioni che si sono lette superano la soglia dell’accettabilità. Siamo caduti nella trappola del bianco e nero, la modalità di pensiero imposta dagli algoritmi e di questo hanno approfittato i soliti seminatori di odio e di divisione. Diffidiamo sempre da chi approfitta delle sventure altrui per dividere.
Lasciate stare il patriarcato
Proprio oggi ricorre la giornata contro la violenza sulle donne. L’Italia, nonostante la verità mediatica che emerge, è statisticamente lontana dai primi posti della macabra classifica dei Paesi che uccidono più donne, ma è importante ragionare con senso di realtà su questo terribile problema. E per farlo bisogna tenersi lontani dalla deviazione logica in cui siamo scagliati in questi giorni. C’è infatti una parola che è andata ai primi posti nelle ricerche, “patriarcato”, che sembra essere diventato il grande nemico da sconfiggere. Tutto ciò che non piace alle femministe sembra ricadere su questa fittizia categoria, dai contorni variabili. Sarebbe invece più interessante analizzare fuori da schemi ideologici radicali il problema e trovare iniziative e soluzioni che coinvolgano la realtà delle parti in causa.
Il giorno del ringraziamento
Ma nonostante tutto non si deve smettere di ringraziare. Si è celebrata infatti la ricorrenza protestante del “thanksgiving”, il giorno del ringraziamento, la più americana delle feste, che nella stagione in cui finiscono i raccolti fa alzare al cielo un canto di grazie. Certo, se invece di lasciar importare Halloween avessimo importato dall’America questa festa sarebbe stato meglio. Perché tutti abbiamo qualcosa per cui ringraziare e spesso la magia della parola “grazie” può cambiare tutto. Grazie.
Aria di cambiamento
E se ci sia da ringraziare per questo lo vedremo con il tempo, ma c’è un’aria di cambiamento e reazione che soffia per le lande umane. In Argentina è diventato presidente Javier Milei, forse il primo anarcocapitalista che abbia conquistato una posizione di potere così di vertice, in un’Argentina dilaniata dalla corruzione e dal malgoverno. Mentre in Olanda ha vinto le elezioni Geert Wilders, un leader politico per capire il quale basta citare la sua frase: “Più musulmani liberano se stessi dall’Islam e dal giogo di Maometto, meglio è. (…) L’Islam è una ideologia totalitaria. I musulmani sono le sue vittime”. Il vento ha cambiato direzione?
Morgan è fuori da X Factor
Ma la notizia che fa parlare è che Morgan è fuori da X Factor. “Comportamenti incompatibili e inappropriati” sono il motivo per cui Sky ha deciso di interrompere la collaborazione con il cantante. Tra (presunte) bestemmie di Fedez, accuse reciproche, Tapiri di Striscia La Notizia, intrecci di interessi economici, la polemica musicale del momento assume toni molto accesi. Peccato solo che la totale assente da questa polemica sia quella che meriterebbe essere protagonista. La musica.