“Diamo via Totti per Litmanen”. Quando la Roma rischiò di perdere il suo capitano

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Non è che la riflessione possa dirsi opinabile. E poi lui mica si diletta nella fragile arte del vaticinio. Carlos Bianchi di mestiere fa l’allenatore e, per restare in sella, deve costantemente affilare lo sguardo. A dire il vero, poi, per discernere il talento superiore di quel finlandese non servono assist particolari: Jari Litmanen è un fenomeno, punto. Lo sa bene la Juventus, che qualche mese prima ha sudato freddo, ma è comunque riuscita a batterlo in finale di Champions. Proprio lì, all’Olimpico di Roma. Solo che stasera è il 9 febbraio 1997.

Si gioca il torneo “Città di Roma”. Invitate a duellare con i giallorossi l’Ajax di Jari, appunto, e il Borussia Monchengladbach di Effenberg. Tra i giallorossi c’è anche Francesco Totti: l’under 21 non l’ha chiamato per le gare in corso, così è a disposizione. Infila la maglietta numero 17 e scende in campo. Bianchi coltiva però, sul suo conto, cumuli di perplessità. Fino a quel punto ha disputato 12 partite segnando 2 gol e servendo un assist, ma l’impressione del guru argentino è che non sia ancora pronto per fare la differenza. Meglio, probabilmente, se va in prestito. Si vocifera della Samp, in giro. Meglio, pensa Carlos, se alla Roma arriva un giocatore già fatto come Litmanen, che ha il contratto in scadenza tra non molto.

Totti
Rivista romanista il giorno dopo la gara

In tribuna, nel frattempo, si sistema la famiglia Sensi. Sul campo, invece, Bianchi lucida gli occhialetti tondi, poi li risistema in punta di naso. Durante le due mini partite previste dovrà spannare ulteriormente le lenti, per credere a quello che sta vedendo. Primo scontro: Roma-Ajax. Gara equilbrata fino al 19′, quando un pallone scivola lungo il bordo del limite dell’area e Totti lo calcia di prima. Siluro che buca il lunghissimo Edwin Van der Sar. Giallorossi che vinceranno 2-1, con la rete aggiuntive di Candela e Overmars che accorcia. Il mister prende nota. Niente male.

Seconda gara. La Roma sbriciola il Borussia. Finisce 3-0 e la costellazione calcistica di Francesco luccica di nuovo, più prepotente di prima. Qui mette il sigillo, la terza rete. Palla intercettata al limite, anche stavolta, ma ora il disegno è diverso. Con il controllo a seguire salta due avversari in un colpo. Poi vede il portiere Kamps leggermente fuori dai pali e lo beffa con un pallonetto che è musica sinfonica e carezza.

Gongola Sensi in tribuna. Poi scende in campo, tira per la giacca Bianchi: “Totti è migliore di Litmanen, non se ne va da qua”. Pazienza se il finlandese segna un gol da cineteca nell’altra gara. La decisione è presa e non si torna indietro. Per immensa fortuna della Roma, a conti fatti.

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