Mobilize Bento: come cambiano trasporti e mobilità. Intervista a Laurence Bechon

Mobilize Bento: come cambiano trasporti e mobilità. Intervista a Laurence Bechon

Giovane, molto giovane, eppure già pronta per il futuro. Si chiama Mobilize, e se dovessi spiegarlo a mia nonna le direi che è un brand che produce veicoli, “un po’ come Renault, nonna, hai presente?” Lei direbbe di non averlo mai sentito, d’altronde pochi conoscono questo marchio. Inoltre, la mia definizione sarebbe sbagliata perché Mobilize non fa solo “pezzi di ferro e plastica (riciclata)”, ma è il modo del gruppo Renault di guardare alla mobilità di domani, un futuro diverso che osa e che ben rappresenta la new economy, quella che ha cambiato nettamente il paradigma.

Prima si ragionava con la classica auto (o furgone) di proprietà, quella da portare al fine vita modificandola (e manutenendola) nel tempo. Oggi, invece, l’auto diventa sempre più un servizio, da usare all’occorrenza o al quale abbonarsi.

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Da proprietà a servizio

Questa è la frase che solleva i popoli, specie nell’Italia che dal dopoguerra ha associato all’auto di proprieta quello strumento in grado di darci la libertà di muoverci, cavalcare il boom economico e sfoggiarla come status symbol. Ma faccio a voi lettori una domanda: oggi a quanti interessa ancora sfoggiare la collezione di DVD, CD musicali o Blu-Ray? A pochi, perché gli altri lo guardano in streaming, e se lo voglio riguardare riattivo l’abbonamento per quel mese.

L’esempio di Netflix è calzante e allo stesso tempo riduttivo, perché auto e veicoli commerciali per il lavoro non sono certo come i film che si esauriscono nel giro di uno o due utilizzi. E i film non hanno i tagliandi, le assicurazioni, il carburante, gli pneumatici invernali e la necessità di ricaricarli.

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L’idea di Mobilize

Mobilize è la marca del Gruppo Renault dedicata alla mobilità urbana sotto il segmento A e pensata per poter proporre anche tutti i servizi legati al veicolo: finanziamento, assicurazione, energia, gestione flotte, manutenzione e ricondizionamento.

Proprio perché oggi un mezzo come l’auto è diventato complicato da gestire, oltre che sempre più costoso, una filosofia “alla Mobilize” che permette a qualcun altro di prendersi in carico gli oneri che gravitano attorno all’oggetto a quattro ruote, può essere la strada più interessante per molti, specie per chi ne fa un uso più intensivo. Così l’utilizzatore occasionale potrebbe trovare poco utile abbonarsi ad un pacchetto “tutto incluso”, d’altronde lui (o lei) percorre qualche manciata di migliaia di chilometri all’anno, magari viaggia poco, vive dove le temperature sono sempre alte, la neve è una rarità e via dicendo.

Quando l’auto diventa (anche) uno strumento di lavoro, o quando un mezzo per il trasporto di merci e/o persone è proprio quello che ci fa portare a casa il pane a fine mese, tutte queste considerazioni entrano in ballo e le “nuove” formule, dal classico finanziamento, ai leasing sempre più completi fino agli abbonamenti iper flessibili da pochi giorni a poche ore, valgono la pena di essere valutate.

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Mobilize Bento: come cambia la mobilità per le merci in città

Si inserisce in questa filosofia Mobilize Bento. Il nome richiama quelle scatole per il pranzo tanto care ai giapponesi, piccole, compatte e curate nell’estetica. Le caratteristiche sono da quadriciclo sotto steroidi, perché arriva a 80 km/h di velocità massima, rientra nella categoria L7 e promette 140 km di autonomia. Quel che cambia, ed è il punto di forza rispetto alle proposte della concorrenza viste finora, è che Bento ha anche dotazioni più tipiche del mondo auto che di quello dei quadricicli: il climatizzatore (caldo e freddo) e l’airbag, entrambi difficilmente presenti nel segmento e mai visti finora.

Ci sono poi tutte le considerazioni sulla sostenibilità: Bento è piccolo, ha un vano di carico di 1 metro quadro e porta fino a 80 chilogrammi, perfetto per le consegne in città. Al posto un van ingombrante e oggettivamente impossibile da parcheggiare – i corrieri sono sempre costretti ad inventarsi gli spazi per la sosta durante i frenetici giri urbani – questo ha un’impronta ridotta a soli

L’autonomia basta?

Qui, durante l’intervista con Laurence Bechon, Mobility Services Director di Mobilize, scopro che l’azienda ha già un ricco database di dati anonimizzati dei suoi clienti e di quelli del Gruppo Renault di cui fa parte. E i dati, guarda un po’ che sorpresa, sono perfettamente in linea con quelli ufficiali e con la famosa media di 30 chilometri di percorrenza al giorno. Già, perché se è vero che esistono casi particolari, è impossibile negare che per la maggior parte del suo tempo l’auto sta ferma ed è inutilizzata.

Sulla versione per privati, quindi, è facilmente ipotizzabile che quei 140 chilometri di autonomia siano pienamente sufficienti per le esigenze di molti, mentre sul tema dei professionisti e delle aziende, a cui Bento guarda, ci troviamo certamente di fronte a dati almeno raddoppiati. Dai dati raccolti, un professionista della manutenzione ne percorre almeno 50/60 in una giornata.

Bento si ricarica sia con la Tipo 2, sia con la Schuko. Certo, arrivamo a massimo un paio di kW di potenza, ma avendo una batteria piccola (10,4 kWh) e più leggera, questo riduce comunque i tempi di ricarica per lo 0-100% a qualche manciata di ore.

L’idea di Mobilize, però, è quella di guardare a piccole flotte che, come sciami, partono dal centro logistico dove arrivano i mezzi più pesanti e invadono positivamente la città, impattando zero in termini di emissioni locali, impattando molto meno in termini di traffico e facendo una gran differenza anche sui parcheggi occupati o sulle strade ingombrate. Perché bisogna guardare la realtà: immaginatevi un van da una tonnellata in sosta a bordo strada, il traffico ne risente o rischia di bloccarsi. E ora pensate a questo piccolo quadriciclo da soli 1,3 metri di larghezza per 2,43 di lunghezza: a parità di “fastidio”, quello di un’auto che per assenza di parcheggi deve realisticamente accostarsi in una strada con il divieto di sosta e fermata, Bento crea molti meno disagi al flusso degli altri veicoli, anche perché le portiere si aprono ad ala di gabbiano da entrambi i lati dell’abitacolo monoposto e ingombrano molto meno.

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A completare la proposta, al pezzo di ferro Mobilize aggiunge (non obbligatori ovviamente) anche altri servizi: può fornire la consulenza ad aziendi e privati per l’installazione e il dimensionamento delle colonnine, e ogni Bento è connesso e pronto per essere condiviso con la chiave digitale tramite smartphone. Inoltre potete raccogliere i dati in autonomia nel vostro software gestionale, penso ad un privato che vuole avere traccia di spese, viaggi e consumi. In questo caso si sfrutta Mobilize Fleet Data.

Oppure potete affidarvi alla piattaforma di gestione flotte se siete un’impresa di dimensioni piccole, medie o gradi. Per queste esigenze Mobilize ha una piattaforma che fornisce in white label, un software standard che poi viene personalizzato in base all’esigenze del cliente che lo utilizza. Si chiama Mobilize Fleet Connect, permette funzioni di tracciamento come il geo-fencing e la geo-localizzazione e si possono anche pianificare in anticipo gli spostamenti, così da usare il software per non fare più neanche i calcoli della ricarica: la piattaforma, in base ai percorsi e al numero di colonnine in azienda o sul territorio, va ad ottimizzare i tragitti di ogni singolo dipendente.

Approfondendo poi la chiacchierata con Laurence, si delinea sempre di più la strategia di un’azienda attenta al riciclo. Ormai lo fanno tutti, ma Mobilize con Bento ha creato un mezzo che fa un netto sforzo in più rispetto ad altri (la media è del 15%): il 50% del veicolo utilizza componenti riciclati e, una volta giusto a fine vita, il 99% dello stesso è riciclabile. Ne approfitto per chiedere anche cosa succederà alle batterie una volta terminata la loro missione: Mobilize sfrutta in questo caso il know-how accumulato dal gruppo Renault, e si serve di GAIA, azienda specializzata che non necessariamente reimmette i materiali di un Bento dismesso nella filiera di un nuovo Bento, ma comunque li riduce ai minimi termini e poi li distribuisce ad altre aziende che creano con essi qualcosa di nuovo.

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Panacea di tutti i mali?

Insomma, Mobilize Bento è la quadratura del proverbiale cerchio? No, ma promette comuqune di poter cambiare volto alle città e diventare un mezzo interessante per molti professionisti e aziende. Il suo limite è chiaramente lo spazio di carico, qui andrà valutato in base alle esigenze, ma può diventare anche il suo punto di forza e finalmente arriva un’alternativa leggera con dotazioni da mezzi tradizionali in termini di comfort e sicurezza, a patto che la vostra area operativa sia prevalentemente urbana e non vi occorra l’accesso in tangenziale visti i limiti della categoria L7.

Mobilize Bento sarà disponibili in Italia a metà del 2024 ad un prezzo ancora non annunciato, e che dovrà essere competitivo (pur in uno scenario odierno dove tutte le auto costano di più di ieri) per mantenere quella promessa dichiarata col manifesto di Mobilize di ormai due anni fa: mobilità accessibile a tutti oltre che pratica e sostenibile…

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