“Più libri più liberi”? Sì, ma di essere tutti uguali…

"Più libri più liberi"? Sì, ma di essere tutti uguali...

Più libri più liberi? Non ne faccio neppure un discorso di cultura di destra o di sinistra, perché messa così dovremmo chiederci: Leopardi era di destra o di sinistra? E Proust? E Beckett? E Gadda? E Arbasino? Casomai di conformismo della lingua, dell’etica e quindi anche dell’estetica. E cioè la solita fiera delle vanità tutta buone intenzioni, opere vere pochissime, piuttosto tanto femminismo, ambientalismo, provincialismo, chiaravalerismo sulle ceneri murgiane, non per altro Valerio Chiara si candiderà alle prossime elezioni con il Pd, non ci sono opere ma solo romanzini e filosofismi (tipo: La matematica è politica, cioè boh), su cui fondare una carriera politica. D’altra parte più c’entra la politica in un’opera meno l’opera è destinata a durare, non per altro nella Recherche, scritta durante la Prima guerra mondiale, quella catastrofe è appena accennata, a Marcel non poteva fregargliene di meno, è la differenza tra un grande scrittore e autori impegnati a promuovere solo se stessi. Piccoli editori, grandi editori, poco cambia: i piccoli imitano i grandi, i medi imitano entrambi, per cui apri un libro italiano e non c’è stile, non c’è lingua, soprattutto non c’è individualismo, non c’è un grande scrittore che sia stronzo, senza una tessera di appartenenza: tutti hanno imparato l’arte e messa da parte, meglio se in un partito, meglio se nel politicamente corretto del Pd (e l’antidoto non può essere il tradizionalmente corretto, l’antidoto è la libertà nella sua complessità, se se ne ha il talento). Una triste kermesse di smancerie tra l’amichettismo del salotto buono di Repubblica (un quotidiano sul quale sono da sempre innominabile, sbianchettarono anche il mio nome da un editoriale del defunto Nanni Bignami che mi citava, e scommisi una cena con lui che lo avrebbero fatto, e vinsi, e ne fui anche contento), e i piccoli autori dei piccoli editori che ambiscono a entrarci, e parole da censurare, e linee guida da seguire: il problema è che sarà pure più libri più liberi, ma sono tutti uguali, tanto vale attaccarsi a Netflix.

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