Si chiama Ken Stornes il 35enne norvegese, ex soldato, che ha stabilito il record mondiale di una disciplina che si chiama “death diving”. Una moda che spopola sui social, soprattutto su Tik Tok e che consiste nel tuffarsi da altezze vertiginose aprendo le braccia a X. Praticamente tutto quello che non si dovrebbe fare in un tuffo, soprattutto da un’altezza così importante.
Questa modalità, fa parte di una gara estrema nata in Norvegia il Death Diving o Dødsing che significa letteralmente tuffo della morte. Con questa prova, Stornes che soltanto su Instagram 686.000 follower, ha ufficialmente battuto il record mondiale per il tuffo più alto a 40,5 metri.
Di cosa si tratta
Inutile dire che questa è una disciplina solo per “esperti”, anche se il pericolo di emulazione è dietro l’angolo, che somiglia più ad una prova estrema, anche se, guardando il libro dei record, se ne troveranno molte altre altrettanto bizzarre, di cui si spera nessuno, soprattutto i giovani, provino a ripetere.
Si tratta di una forma di freestyle estremo con salti a grandi altezze con le braccia tese e la pancia in primo piano, atterrando in una posizione di palla di cannone o di picca. È stato inventato dal chitarrista Erling Bruno Hovden a Frognerbadet durante l’estate del 1972 e dal 2008 quando l’evento ha debuttato, esiste anche un campionato del mondo che si svolge a Oslo, in Norvegia, ogni agosto. I tuffi vengono eseguiti da una piattaforma a 10-15 metri di altezza.
Quanti tipi ne esistono
Si può gareggiare in due modi diversi Il Classico dove i concorrenti volano orizzontalmente con le braccia e le gambe estese fino a toccare l’acqua, senza rotazioni, per poi “avvolgersi” in una posizione di picca (simile a una posizione fetale) appena prima di entrare in acqua, atterrando prima con i piedi e le mani o con le ginocchia e i gomiti per evitare gravi lesioni. Le immersioni vengono giudicate in base alla velocità, al tempo d’aria, alla complessità, a quanto tempo il tuffatore mantiene la posa originale, alla chiusura e allo “splash”. C’è poi la seconda versione quella Freestyle, dove i concorrenti eseguono varie acrobazie durante il tuffo, come rotazioni e capriole.
Il “tuffo” Italiano
Solo pochi mesi fa era diventato virale il video del ragazzo che si era lanciato in un canale di Venezia dal cornicione di un palazzo ad una ventina di metri d’altezza. A rendere ancora più pericoloso il tuffo, il fatto che l’acqua in quella zona non è particolarmente alta, anche se per fortuna tutto alla fine è andato per il meglio.
Intanto da Venezia @princessissina @MenteObliqua @missfrancyfer @miss__crumble @veneto_ pic.twitter.com/zWbrp5YhKo
— Nico (@kittesencoola) March 24, 2023
Di questa particolare disciplina esiste anche una campionessa femminile Asbjorg Nesje che detiene il record con un tuffo da un’altezza di 24,8 metri. Intervistata ha raccontato: “Fa male? Sì. I tuffi mortali sono davvero uno schiaffo, specialmente dalle altezze maggiori. Ma non provoca ferite, e se fatto bene è in realtà un modo molto sicuro per entrare in acqua” e conclude dicendo:“Posso testare i miei limiti e sentirmi così viva!”