Come successo tante altre volte in passato, l’ennesima finale Nba finisce con LeBron James che alza al cielo un trofeo da Mvp, trascinando i suoi Lakers alla vittoria. Stavolta, però, non si tratta delle Finals ma del nuovo trofeo in-season che l’associazione si è inventata per copiare la Champions e ravvivare un attimo l’inizio della lunga regular season. Nello splendido palazzetto di Las Vegas gremito di tifosi gialloviola, i Lakers hanno sbrigato senza troppi problemi la pratica Indiana, stendendo i Pacers con un netto 123 a 109 e portandosi a casa la prima Nba Cup. Se ci vorrà del tempo per abituarsi al formato inconsueto per il basket professionistico, chiaramente ispirato al calcio, la prova messa dalle star di Los Angeles conferma come LeBron e soci possano ancora competere ai massimi livelli.
Anthony Davis devastante
I Lakers sono arrivati alla finale, l’unica partita che non fa parte della regular season, con un ruolino perfetto di sei vittorie e zero sconfitte ma hanno dovuto comunque faticare per piegare gli ambiziosi Pacers, che puntano decisamente a lottare per il vertice della Eastern Conference. Dopo una partenza convincente, Indiana è riuscita sempre a rimanere a distanza di tiro da Los Angeles, prima di subire un pesante 15-3 nel finale dell’ultimo quarto da parte del dynamic duo James-Davis. AD è stato sicuramente la stella della serata, finendo con 41 punti, 21 rimbalzi, 5 assist e quattro stoppate ma LeBron non è stato sicuramente da meno, segnando 24 punti e 11 rimbalzi nell’ennesimo double double. Impressionante anche la precisione dal perimetro di Davis, che ha messo a segno 16 tiri su 24 ma, alla fine, LeBron ha giocato più per la squadra, aiutando il resto dei Lakers a mettere una ottima prestazione.
Il resto del quintetto base losangelino ha contribuito non poco alla vittoria: se Austin Reaves ha messo a referto ben 28 punti, Cam Reddish ha fatto una ottima partita in difesa, limitando parecchio Tyrese Haliburton, una delle sorprese di questa Nba Cup. Vista la marcatura stretta, ha preferito spesso passare ad un compagno libero invece di forzare il tiro, finendo comunque con 20 punti ed 11 assist. Comunque non tutto è da buttare, visto che i Pacers non giocano finali da una vita e sono una squadra ancora giovane: il fatto che Bennedict Mathurin abbia segnato 20 punti ed Aaron Nesmith 15 è comunque incoraggiante per i fedelissimi dei Pacers.
L’Mvp LeBron pensa già al futuro
A parte il trofeo ed i tradizionali anelli, ogni giocatore dei Lakers con un contratto standard porterà a casa mezzo milione di dollari di bonus, mentre i giocatori dei Pacers dovranno accontentarsi di 200.000 dollari a testa. Durante la cerimonia di premiazione dell’Mvp, il commissioner Adam Silver ha scherzato con LeBron James, dicendo che il trofeo “non include una franchise”. La stella dei Lakers si è piegato in due dalle risate ma la sua intenzione di portare un’expansion team a Sin City è ben nota. “Il mio entusiasmo per costruire un futuro qui quando smetterò di giocare, portando una squadra a Las Vegas non è cambiato. I tifosi sono fantastici qui ed hanno già una squadra della Wnba, una squadra di baseball arriverà presto (gli Oakland Athletics), una squadra della Nfl, di hockey, c’è appena stata la Formula 1. Questa è una città che ama il grande spettacolo e la Nba avrebbe sicuramente un futuro qui”.
Il coach di Los Angeles Darvin Ham non ha lesinato i complimenti a James e Davis, che hanno messo una delle loro migliori partite finora: “Sono una combinazione letale. Ognuno di loro può prendersi sulle spalle la squadra ogni volta che serve. In fondo sono importanti anche per questo: riescono a far fare il salto di qualità a tutti quando sei con le spalle al muro”. Le reazioni dei Pacers sono ovviamente di tutt’altro tenore, a partire da quanto ha detto nel post-partita la star Haliburton, visibilmente deluso. “Hanno giocato meglio di noi dal primo all’ultimo minuto. Non siamo stati efficaci sulle palle vaganti, ai rimbalzi, non abbiamo messo stoppate quando serviva. Ci hanno stracciato ed è davvero frustrante. Mi fa ridere quando la gente dice che questo assomiglia alle finali della Ncaa: dopo una partita del genere non stai lì a pensare che ti diplomerai. Stai nello spogliatoio e già pensi alla partita di lunedì sera”.
Il coach di Indiana Rick Carlisle non è così negativo e considera comunque questa gara un passo avanti importante per i Pacers. “I ragazzi hanno sperimentato di persona cosa significa giocare una finale. È fondamentale avere esperienze del genere, sentire l’intensità, i riflettori puntati addosso e capire cosa voglia dire giocare come una squadra quando ci si gioca un trofeo. Finora abbiamo fatto passi avanti e superato molti ostacoli. Quello di stasera era troppo grande per noi”.