La Marina italiana punta sugli U212 Evo: cosa potranno fare i nuovi sottomarini

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Durante il Defense Leaders Combined Naval Event 2024 di Farnborough, nel Regno Unito, la Marina Militare Italiana ha presentato il piano programmatico dei battelli della sua flotta sottomarina da qui al 2050.

Il comandante Stefano Oliva, dell’ufficio ricerca e sviluppo sottomarini dello Stato maggiore della marina, ha reso pubblici i primi dettagli sullo sviluppo della componente sottomarina della Flotta, che passerà da 8 a 10 battelli entro il 2036. In dettaglio, per quella data, la Marina Militare Italiana avrà in servizio quattro U212A modernizzati, quattro U212 Nfs (Near Future Submarine) e due U212 Nfs Evo, inoltre la forza armata prevede di sviluppare, tra il 2025 e il 2040, il progetto per un nuovo modello di sottomarino che per il momento prende il nome di Ngs, ovvero Next Generation Submarine. Gli ultimi due classe “Sauro” (di quattro) che hanno subito lavori di estensione della loro vita operativa continueranno a restare in servizio almeno sino al 2031 mentre i due U212A del primo lotto subiranno l’aggiornamento di mezza vita.

“Nel frattempo, abbiamo già iniziato a finanziare le attività di ricerca e sviluppo per un nuovo progetto di piattaforma che abbiamo chiamato Next Generation Submarine, che prevediamo di iniziare a produrre dopo il 2040”, ha proseguito il rappresentante della Marina Militare come riferisce Naval News, e la marina sta lavorando anche per migliorare le capacità degli U212 Nfs, puntando su capacità di attacco in profondità con missili (quindi con vettori da crociera), il controllo di veicoli senza pilota nonché un miglioramento della suite sensoristica di bordo anche con l’introduzione di applicazioni ad intelligenza artificiale.

La Marina Militare Italiana prevede che l’U212 Nfs Evo sarà un sottomarino interamente di progettazione e costruzione nazionale di 2mila tonnellate di dislocamento che incorporerà le tecnologie provenienti dagli studi di ricerca e sviluppo e dai test sul progetto che coinvolge università e centri di ricerca oltre all’industria.

Gli U212 Nfs, i cui primi due battelli dovrebbero essere consegnati alla marina rispettivamente nel 2027 e nel 2029, sono leggermente più lunghi dei loro predecessori per fare spazio a nuove celle a combustibile che potrebbero così aumentare la potenza complessiva del sistema di propulsione e quindi offrire spunti di velocità massima più elevati, ma anche per alloggiare un’antenna in più per fornire nuove capacità di guerra elettronica Ecm-Eccm. Sugli U212 Nfs verrà inoltre applicato allo scafo un nuovo rivestimento in fluoro-polimero che riduce le incrostazioni e la resistenza idrodinamica è ridotta attraverso regolazioni al design della prua, riducendone nel contempo la segnatura acustica. Grazie alle nuove batterie, alla vernice a base di “metamateriali”, al nuovo disegno della prua ed ai miglioramenti alle celle a combustibile, l’autonomia dei nuovi battelli sarà molto incrementata.

L’U212 Nfs includerà anche un sistema di combattimento di nuova generazione con un sistema di gestione dei comandi e di controllo delle armi sviluppato da Leonardo, entrambi dotati di

significativi contenuti industriali e tecnologici forniti dall’industria, dalla ricerca e sviluppo e dal mondo accademico italiani. Anche per questi battelli è prevista la possibilità di lanciare missili da crociera a lungo raggio.

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