Dopo la clamorosa rimonta contro l’argentino Francisco Cerùndolo, che gli è valsa l’accesso ai quarti di finale del Roland Garros, Novak Djokovic ha espresso qualche dubbio circa la prosecuzione del suo torneo a causa dei postumi dell’infortunio al ginocchio patito durante il match.
L’origine del dolore
Un problema che, in realtà, era già emerso molto prima dell’inizio dello Slam parigino.“Nelle ultime due settimane ho avuto un leggero fastidio al ginocchio destro, ma non ho avuto un infortunio che mi preoccupasse”, rivela il numero 1 al mondo durante la conferenza stampa post partita. “Ho giocato alcuni tornei e non ho avuto problemi fino a oggi. Naturalmente la partita finita molto tardi di qualche sera fa non ha aiutato il sonno, il bioritmo e il recupero, ma in realtà mi sentivo benissimo quando sono entrato in campo, al massimo delle mie possibilità date le circostanze”, aggiunge Nole.
Nel terzo game del secondo set avviene la caduta che complica tutto: il dolore costringe il tennista serbo a chiedere l’intervento del fisioterapista nel tentativo di risolvere il problema. “Per due set, due set e mezzo, non volevo rimanere troppo a lungo negli scambi. Ogni volta che faceva dei dropshot improvvisi o cambiava direzione, non mi sentivo a mio agio a correre”, precisa Djokovic,“a un certo punto non sapevo, ad essere sincero, se continuare o meno con quello che stava succedendo”.
Dopo aver preso i primi antidolorifici, Nole ne chiede degli altri alla conclusione del terzo set. “La dose massima che è stata somministrata, come mi ha detto il medico, è diventata efficace dopo 30-45 minuti, ovvero alla fine del quarto set, quando le cose hanno cominciato a migliorare”, prosegue il tennista,“ho iniziato a sentire meno limitazioni nei movimenti. In pratica, l’intero quinto set è stato quasi privo di dolore, il che è fantastico”.
I dubbi e le accuse al campo
La speranza è che il giorno di riposo possa aiutarlo a recuperare, ma non c’è alcuna certezza a riguardo. “Non so cosa succederà domani o dopo domani se sarò in grado di scendere in campo e giocare. Lo spero. Vediamo cosa succederà”, dichiara il serbo. I dubbi sulla cura del fondo dello Chatrier, comunque, rimangono.
“Oggi mi sono infortunato. Sì, sono sopravvissuto. Ho vinto la partita. Ottimo. Ma sarò in grado di giocare la prossima? Non lo so. Non conosco la gravità dell’infortunio. Ma questo infortunio poteva essere evitato? Forse, se ci fosse un po’ più di cura del campo durante i set”, spiega il leader del ranking Atp. Preoccupato per le condizioni del fondo dello Chatrier, spiega Djokovic, ha chiesto più volte invano agli addetti di spazzare il campo non solo alla conclusione del set, così da distribuire al meglio la terra ed evitare che si compattasse diventando scivolosa, cosa che capita spesso dopo abbondanti piogge come quelle cadute nei giorni scorsi, o che si formassero buche.
“Ho parlato col giudice di sedia, a cui ho chiesto se fosse possibile spazzare il campo. Capisco non ad ogni cambio di campo, ma ogni secondo, ogni terzo cambio di campo, ma comunque senza aspettare la conclusione del set, così da avere una più frequente cura del fondo”, rivela il serbo. “Ha detto che avrebbe controllato, e ha parlato con gli addetti ai lavori o con il supervisore, con gli addetti ai lavori, e la risposta è sempre stata negativa”.
Quindi da parte del numero uno al mondo rispetto per chi lavora con grande impegno, ma anche una tiratina di orecchie per non aver operato in maniera tale da impedire che potesse verificarsi un infortunio.
Nole presumibilmente non si allenerà prima di scendere in campo nei quarti di finale, esattamente come accaduto il giorno precedente il match contro Musetti, per cui la valutazione delle conseguenze dell’infortunio avverrà nelle prossime 48 ore.
Nel caso in cui non dovesse riuscire a recuperare, alla fine del torneo Jannik Sinner diventerebbe numero uno del ranking mondiale, anche se conoscendo il tennista azzurro di certo preferirebbe strappare lo scettro a Djokovic dopo un leale confronto sul terreno di gioco e non per colpa di un ritiro anticipato.