La Russia continua a lanciare i suoi strali retorici contro gli Stati Uniti per quanto riguarda il loro coinvolgimento in Ucraina. L’ultimo monito è stato lanciato dal viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov e riportato dall’agenzia Tass. Il secondo di Lavrov ha avvertito Washington che dei passi avventati potrebbero essere fatali.
“Vorrei mettere in guardia i personaggi americani da errori di calcolo che potrebbero avere conseguenze fatali. Per qualche ragione sconosciuta, essi sottovalutano la gravità del contraccolpo che potrebbero ricevere”, ha dichiarato. Le sue parole sono un riferimento al via libera di Washington all’utilizzo delle armi statunitensi da parte di Kiev per colpire obiettivi in territorio russo. La Casa Bianca ha comunque mantenuto determinati divieti, come quello sui missili Atacms o altre armi a lungo raggio, ma altri Paesi della Nato hanno fatto decadere tutte le limitazioni per permettere alle forze della nazione invasa, in difficoltà al fronte, di logorare l’armata dello zar colpendo in profondità.
La “linea rossa” in vigore dall’inizio della guerra si può considerare dunque definitivamente saltata. Alcuni Stati del Patto atlantico come l’Italia hanno scelto la prudenza, mentre altri non hanno concesso a Kiev l’utilizzo dei propri dispositivi bellici per distruggere obiettivi nella Federazione. La posizione dell’Occidente, però, è stata ufficializzata alla riunione dei ministri degli Esteri della Nato a Praga. Questo sviluppo apre la strada a due possibili scenari: costringere la Russia a sedersi al tavolo dei negoziati in una posizione non di forza o il concretizzarsi della minaccia atomica sbandierata da alcuni membri dell’élite del Cremlino fin dall’inizio della guerra.
Nel 2020, la Russia ha aggiornato la propria “dottrina nucleare” varata nel 2010. Di base, essa autorizza l’uso di armi di distruzione di massa nel caso di “una situazione critica per la sicurezza” dell Federazione, ma il documento firmato da Vladimir Putin quattro anni fa giustifica il ricorso all’arsenale atomico anche per respingere attacchi caratterizzati da “una superiorità delle armi convenzionali” del nemico. L'”Ordine esecutivo” del 2020, inoltre, delinea quattro scenari specifici per l’utilizzo di ordigni nucleati tattici, uno dei quali si è già ralizzato: quello che ipotizza attacchi capaci di compromettere la risposta delle forze atomiche.
A maggio, droni ucraini hanno distrutto un radar progettato per avvistare missili nucleari. Sulla carta, dunque, lo zar potrebbe già premere il “grande pulsante rosso” e, se verrà messo alle strette dalle decisioni dell’Occidente, potrebbe avere ben poche esitazioni.