Mentre continuano le discussioni sulla proposta di tregua presentata dagli Usa, nella Striscia di Gaza i combattimenti non si sono fermati. L’esercito israeliano ha annunciato di aver iniziato una nuova incursione nella zona centrale di Rafah, all’interno del campo di Yabna.
Stando a quanto riportato dalle Idf, le forze della brigata Givati hanno ucciso diversi terroristi che avevano aperto il fuoco contro di loro e distrutto una postazione di lancio di razzi. I soldati israeliani hanno inoltre trovato numerose armi, tra cui mitragliatrici antiaeree, munizioni, giubbotti antiproiettile e sistemi per l’attivazione a distanza di cariche esplosive. In un video pubblicato dall’esercito sul suo profilo X, si vedono i militari passare casa per casa per stanare gli uomini di Hamas e vengono inquadrati anche i dispositivi bellici rinvenuti nei nascondigli dei terroristi. Oltre a Rafah, le forze israeliane hanno colpito anche “terroristi che costituivano una minaccia per i soldati, così come una cellula che operava da una struttura militare” nel centro della Striscia, e l’aviazione con la stella di David ha distrutto 30 obiettivi in tutta l’exclave, incluse “strutture militari e depositi di armi”.
Le operazioni rimangono comunque limitate e, stando a quanto riferito dal Wall Street Journal, è dovuto al fatto che Israele ha cambiato i propri piani di battaglia dopo le pressioni degli Stati Uniti. Secondo il quotidiano americano, che ha citato fonti dei due Paesi, inizialmente Tel Aviv aveva programmato di invadere la città con due divisioni, il che avrebbe provocato intensi combattimenti e molte vittime. Vista l’insistenza di Washington a non superare la “linea rossa”, le autorità dello Stato ebraico hanno optato per un’attività più limitata nel centro urbano e per concentrare i propri sforzi lungo il corridoio di Filadelfia, al confine con l’Egitto.
Sul fronte diplomatico, si dovrebbe tenere al Cairo un incontro egiziano-americano-israeliano per discutere la riapertura del valico di Rafah. La richiesta del governo di Al Sisi sarebbe il completo ritiro delle Idf dalla zona. Per quanto riguarda la proposta di tregua statunitense, il presidente degli Emirati Arabi Uniti Sheikh Mohammed Bin Zayed Al Nahyan e l’emiro del Qatar Sheikh Tamim Bin Hamad Al-Thani hanno espresso il loro parere favorevole.
Ophir Falk, consigliere per la politica estera del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha invece dichiarato che ci sono “ancora molti dettagli da elaborare”, come il fatto che non debba esserci un cessate il fuoco permanente, e ha sottolineato che, nonostante Israele lo abbia accettato, esso “non è un buon accordo”.