La situazione, come spesso accade nella politica italiana, è grave ma non è seria. A Bologna, la confusione politica della sinistra si trasforma nel giro di pochi giorni in una commedia pura. La scelta del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, di esporre la bandiera palestinese su palazzo d’Accursio, sede del Comune, viene criticata da tutte le parti. Dai cittadini, dalla comunità ebraica ovviamente. Ma non solo: perfino il movimento dei Giovani palestinesi ha deciso di strigliare il primo cittadino dem.
E il paradosso è servito. Dopo avere lisciato il pelo alle frange più estreme dei pro Palestina, il sindaco Pd è costretto a guardare in faccia la realtà. La scelta plateale di esporre la bandiera palestinese, già pesantemente criticata dalla comunità ebraica, viene considerata dal movimento dei Giovani palestinesi solo come “un’azione tardiva che sa di mossa elettorale”. Ma soprattutto, “decisamente insufficiente rispetto a quanto sta accadendo”.
Per l’organigramma dem bolognese è tutto da rifare.“È giusto, credo, riesporre anche la bandiera della pace di fianco a quella della Palestina”, prova a controbattere il sindaco di Bologna parlando in consiglio comunale e rispondendo alle critiche di opposizioni e comunità ebraiche dopo il gesto di esporre la bandiera della Palestina. “Credo sia giusto – ha spiegato – perché noi siamo per la non violenza e se stiamo accanto al popolo palestinese vogliamo farlo in modo non violento e pacifico”.
Niente da fare. Il gruppo che cinque giorni fa ha dato vita alla manifestazione terminata in stazione con il blocco di numerosi convogli chiede alle istituzioni cittadine un’azione concreta: “Se davvero il sindaco Lepore e il Comune di Bologna hanno deciso di sostenere la popolazione palestinese lo dovrebbero fare concretamente”, scrivono in una nota. Il metodo intollerante e illiberale del movimento palestinese è presto detto:“Iniziando con l’adesione alla campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni nei confronti di Israele, dicendo chiaramente che non si possono intrattenere rapporti e non si può finanziare in alcun modo una entità coloniale e genocida”.
Non basta mai. A poco serve coccolare le fazioni più estremiste filo-palestinesi, o meglio, filo Hamas. A nulla serve prendere le distanze da Israele e dalla sue azioni militari.
Le frange più intolleranti, come il primo cittadino bolognese ha potuto facilmente sperimentare, si rivolteranno contro comunque. Chiederanno un gesto intollerante in più, una condanna maggiore, un gesto sempre più concreto.