“La piazza del Pd è stata sempre per qualcosa, prima di essere contro qualcosa o qualcuno“. A smentire i propri slogan Elly Schlein ci ha messo un attimo. Il tempo di cambiare registro di ripartire a testa bassa contro Giorgia Meloni. Nelle stesse ore in cui quest’ultima raccoglieva l’ovazione di piazza del Popolo a Roma, la leader dem arringava i suoi simpatizzanti a Milano, peraltro a poche centinaia di metri dal comizio tenuto da Salvini con Vannacci in piazza duomo. Sotto l’Arco della Pace, la deputata di origini luganesi ha scaldato gli animi degli elettori Pd, marcando idealmente le distanze dagli avversari politici del centrodestra. E in particolare dai leghisti sotto la Madonnina.
“Questa è la piazza che vuole un’Europa basata sulla giustizia sociale, sul lavoro dignitoso, sull’innovazione delle imprese che possa guidare la trasformazione digitale ed ecologica. È una piazza che vuole un’Europa degli investimenti comuni, quello che la destra nazionalista alleata di Giorgia Meloni e Matteo Salvini vuole bloccare“, ha affermato Schlein. Ma, alla faccia dei buoni propositi, le affermazioni della deputata sono presto virate verso il più classico dei copioni: quello delle invettive “contro” il centrodestra e i suoi leader.
“Sto leggendo delle cose, faccio fatica a capire che lingua sta parlando Giorgia Meloni, che film sta vedendo. Vede un altro Paese“, ha attaccato Schlein a margine dell’evento elettorale organizzato dal partito a Milano, replicando alle parole del presidente del Consiglio, che le chiedeva di prendere posizione sul fatto che sia democratica o meno. “L’altro giorno mi ha attaccata dopo aver detto che la sinistra cancella l’identità: io ho risposto che lei non si rende conto che in un anno e mezzo che governa sta cancellando la libertà delle persone“, ha continuato. E questo perché – ha incalzato di nuovo Elly – “se hai un salario da fame, mentre lei blocca il salario minimo, e non riesci a pagarti l’affitto mentre lei cancella 330 milioni di fondo affitto, se non riesci a curarti perché tagliano la sanità pubblica, non hai piena libertà in questo Paese“.
Così la piazza “per” è diventata il luogo ideale per ribadire le ostilità dem verso l’esecutivo. “Noi continuiamo a inchiodare questo governo su una gigantesca questione sociale e salariale che Meloni continua a cercare di eludere con armi di distrazione di massa e che il Pd non è disposto ad accettare“, ha aggiunto la deputata, dimenticando però che il suo partito era al governo sino a un anno e mezzo fa. E che certe questioni non sono certo la conseguenza dell’operato di questo governo. Schlein ne è peraltro consapevole, visto che in un altro passaggio ha fatto riferimento al fatto che la sinistra avesse avuto le opportunità di cambiare la cose quando stava al potere. “Abbiamo sbagliato come centrosinistra a non fare la riforma della cittadinanza quando avevamo i numeri per farla“, ha ad esempio chiosato.
Poi la solita tiritera sull’antifascismo, diventata ormai ricorrente dalle parti delle opposizioni. “Noi siamo orgogliosi della nostra identità, che è antifascista come lo è la nostra Costituzione, vorrei che lei potesse dire lo stesso, visto che ci ha giurato sopra“, ha detto Schlein, riferendosi chiaramente alla Meloni. E di nuovo, sempre sul filo dell’ideologia, l’immancabile sparata con il pretesto del femminismo: “Non ce ne facciamo niente di una premier donna che non si preoccupa delle altre donne. L’unica cosa che ha fatto Giorgia Meloni è far entrare i medici antiabortisti nei consultori“.
E proprio da Milano, dove era sorta una querelle sul registro delle famiglie arcobaleno, Schlein ha lanciato un’ulteriore invettiva alla leader di Fratelli d’Italia rispetto alle sue legittime posizioni in materia: “Di famiglia non ce n’è una sola tradizionale, di cui tanto parlano e nessuno di loro la ha. Le famiglie sono tante, plurali, e ognuna va difesa. Occorre fare una legge per aiutare i nostri sindaci a riconoscere i figli delle coppie omogenitoriali“.
Di fronte a circa 5mila persone – cira riferita dagli organizzatori – si sono succeduti sul palco gli interventi di esponenti del Pd locale e dei candidati dem alle europee Brando Benifei, Giorgio Gori, Pierfrancesco Maran, Alessandro Zan, Patrizia Toia e la capolista per il Nord-Ovest Cecilia Strada.
Infine, le parole del sindaco di Milano Beppe Sala e quelle, appunto di Elly Schlein. E a concludere l’evento, l’urlo trasformato in un tam-tam da campagna elettorale: “Viva l’Italia antifascista“.