A una settimana esatta dal voto per le Europee la Lega mette in moto il turbo a Milano per la volata finale della campagna elettorale. Piazza del Duomo ospita il comizio del segretario Matteo Salvini e del candidato all’Europarlamento Roberto Vannacci che, di fatto, dà l’avvio al rush conclusivo degli appelli al consenso in vista dell’apertura dei seggi l’8 e il 9 giugno. Il tutto si svolge in un caldo sabato pomeriggio meneghino in contemporanea con la manifestazione del Partito Democratico all’Arco della Pace con Elly Schlein, il sindaco Beppe Sala e i candidati dem, per un’inedita sfida a distanza con vista Bruxelles e Strasburgo.
E, a proposito della sinistra, le idee sono molto chiare: con quello schieramento non ci potrà mai essere “un accordo di governo nemmeno in Europa”, nè con “Ursula von der Leyen“. Il vicepresidente del Consiglio prende poi di mira la stessa segretaria del Pd, augurandomi che possa restare capo al Nazareno il più possibile, perché così “noi governeremo per altri trent’anni”. Il segretario, nel suo discorso finale punta tutto su “casa, lavoro e pace”. Ricorda come la riforma sull’autonomia stia arrivando ormai a piena approvazione in Parlamento. Dopo di che è pronto a riscattare i voti persi alle scorse Politiche: “Non faccio come a sinistra dove dicono che i cittadini non hanno capito – sottolinea -. Abbiamo capito la lezione di un anno e mezzo fa e saremo la vera sorpresa di queste elezioni”.
Poi, l’attacco tutto dedicato alle “follie” dell’Unione Europea: “La Lega riporta in Europa il buonsenso. Se le mangi Soros le schifezze prodotte dalle multinazionali. Noi non siamo contro l’Europa, siamo contro i sequestratori dell’Europa, che sono burocrati e banchieri di Bruxelles”. Messaggio identico per quanto riguarda il no “alle automobili elettriche cinesi” e al contemporaneo divieto di vetture diesel nel giro di pochi anni. Mentre si sta tenendo la manifestazione leghista, un gruppo di antagonisti tentano un blitz in piazza, creando qualche tensione con le forze dell’ordine, subito però contenuta e che infatti non ha per nulla condizionato lo svolgimento del comizio: “Via la Lega da Milano”, urlavano i centri sociali.
Vannacci è sicuramente uno dei volti più contestati tra coloro che si presentano alle elezioni: il suo libro pubblicato ad agosto 2023 (“Il mondo al contrario”) è stato in testa alle classifiche per diverse settimane e ha fatto molto discutere per tutti i mesi successivi. Al centro delle critiche politiche (e non solo) erano finite le sue prese di posizione sugli omosessuali, sull’immigrazione, sulle femministe, ma anche su animalisti, maternità surrogata e legge sul femminicidio. Poi, subito dopo l’annuncio della sua candidatura con la Lega a fine aprile, il discorso riguardo ai disabili sulle classi con “caratteristiche separate” che “aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo“. Fino ad arrivare all’invito del generale apparso ieri in un video di fara una “Decima” sul simbolo della Lega. Ed è proprio su quest’ultima discussione che il generale irride i critici, dicendo: “Siete tantissimi è come avere davanti sè una legione, la decima legione”.
All’angolo con Corso Vittorio Emanuele II sono presenti anche altri candidati leghisti, come Silvia Sardone e Angelo Ciocca, ma sul palco salgono anche i due capigruppo alle Camere, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, i governatori Fontana, Zaia e Fedriga, i ministri Locatelli, Valditara e Calderoli. Il penultimo a prendere la parola sul palco è poi proprio il generale. “Per favorire i diritti bisogna avere le risorse perchè ogni diritto ha un costo sociale ed economico”, dice Vannacci applaudito e acclamato dai sostenitori in piazza.
“Parliamo del diritto allo studio – ha proseguito – ci vogliono scuole, libri, professori, strutture e se non si hanno risorse i diritti sono lettera morta”. “I diritti sono quelli per tutti, a cui ogni diritto corrisponde un dovere non i capricci che ogni tanto ci fanno passare per diritti per prenderci in giro”, ha concluso.