Non da podio dei peggiori ma certamente da Oscar Giorgia Meloni che a Caivano ha reso pan per focaccia a Vincenzo De Luca. “Presidente, sono quella stronza della Meloni, come sta?”. Le è bastata una battuta così, a sorpresa, per liquidare il governatore della Campania che mesi fa l’aveva apostrofata con violenza. E vedere lui, l’insultatore per antonomasia, che è rimasto pietrificato (in casa sua, per di più), è stato un vero spasso. Brava Giorgia, non c’è che dire!
Ma veniamo ai peggiori della settimana. Al terzo posto c’è Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire oggi candidato del Partito democratico alle elezioni europee. Sentite le sue ultime uscite pubbliche, persino Elly Schlein dev’essersi pentita di averlo infilato in lista. Prima il no all’invio delle armi all’Ucraina, poi la sparata contro l’aborto che “non è un diritto” (una vera bestemmia per la sinistra!) e infine, e questa è di qualche giorno fa, l’assalto alla Nato. Parlando della strage a Rafah ha, infatti, detto che bisognerebbe togliere il sostegno a Israele, non rifornendo più gli arsenali a Tel Aviv, ma soprattutto ha suggerito di “sciogliere la Nato”. Una sparata dal sapore meramente elettorale che ha imbarazzato persino l’ultra pacifista Schlein. Ma come si fa a pensare, proprio mentre infiamma una guerra dentro i confini europei, di smantellare un’Alleanza, quella atlantica, che da settant’anni garantisce anche la nostra sicurezza?
Al secondo posto troviamo proprio Elly Schlein: da imbarazzata a imbarazzante. È andata in Sicilia in nave e si è messa a fare lo spot contro il Ponte sullo Stretto. “Ci abbiamo messo appena venti minuti”, ha detto. “È un’opera anacronistica, inutile e dannosa”. Peccato che il problema non siano i venti minuti di aliscafo tra Messina e Villa San Giovanni ma tutti i disagi che precedono e seguono la traversata. Attese infinite all’imbarco, code chilometriche ovunque, ritardi per ogni cosa. La segretaria del Pd provi a dire che bastano venti minuti a chi deve imbarcare l’auto, vediamo cosa le risponde. Se tutto va bene ci vogliono almeno tre ore e mezza… per non parlare di quando c’è brutto tempo.
Meglio soprassedere e passare al primo classificato della settimana: Roberto Saviano, finto escluso dalla Fiera di Francoforte ma soprattutto finto martire. “Sono fiero di non essere stato invitato alla Buchmesse – ha detto – da quello che ritengo il più ignorante governo della storia italiana, e mi fa sorridere quanto siano inefficaci questi ostracismi”.
Ma quale ostracismo? Dove sta scritto che Saviano deve andare a prescindere? Peggio di lui c’è forse soltanto il partito degli intellettuali (di sinistra): Sandro Veronesi, Paolo Giordano, Francesco Piccolo, Antonio Scurati e tutti quelli del “non va Saviano e allora non andiamo nemmeno noi”. Nessun problema. Stiano a casa. Tanto a loro poco interessa promuovere la letteratura. L’obiettivo è sempre e soltanto polemizzare contro il governo e far parlare di sé. Che pena!