Nell’affaire Saviano ci mancava solamente Fabio Fazio. Il conduttore di “Che tempo che fa”, che in passato ha collaborato professionalmente in televisione in più circostanze con l’autore di “Gomorra”, ha espresso sinteticamente il proprio pensiero su X (ex Twitter) riguardo alla vicenda dell’esclusione di Roberto Saviano dalla Buchmesse, la Fiera del libro di Francoforte. A questa, poi, sono seguite altre rinunce da parte di scrittori italiani quali Sandro Veronesi, Francesco Piccolo, Paolo Giordano, Emanuele Trevi. Ecco, quindi, che il presentatore televisivo si è limitato a condividere un articolo del Corriere della Sera sull’accaduto per poi commentare laconicamente: “Un’altra brutta figura planetaria…“.
Per “figuraccia mondiale”, quindi, Fazio intenderebbe quella commessa dagli organizzatori della Fiera per quanto riguarda il settore italiano: in particolar modo Mauro Mazza, commissario straordinario del governo per il coordinamento delle attività connesse alla partecipazione dell’Italia alla Buchmesse, e Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Associazione Italiana Editori. Peccato che quell’accusa rivolta sui social network si sia dimostrata un boomerang per l’ex conduttore di “Quelli che il calcio”, perché se è vero che qualcuno tra i commenti è d’accordo con lui – sostenendo che si tratti di “un’altra censura, un’altra ‘manganellata’ a un intellettuale” – la maggioranza schiacciante degli utenti di X lo attacca.
Come per esempio chi ritiene che “le brutte figure le fanno gli intellettuali o presunti tali ‘democratici, radical chic’“. Oppure chi lancia un vero e proprio questionario chiedendo: “Ti interessa che Saviano, Veronesi, etc. non siano al Buchmesse?“, aggiungendo che “Di questi sì, francamente non frega uno stracavolo a nessuno“. Dello stesso tenore è il messaggio di un altro follower: “Ma davvero pensi che ci siano masse furenti perché Saviano non partecipa ad una fiera del libro? – si chiede retoricamente -. Il vostro piccolo mondo elitario inizia e finisce dentro qualche salotto buono e nelle sezioni di partito, Fazio. Non elevatevi oltre quel che rappresentate“, chiosa. “Quando c’è una scelta c’è sempre qualcuno che rimane escluso e questa volta è toccato a Saviano“, fa notare qualcun altro. Allo stesso tempo c’è anche un altro fruitore social che chiede di “abbassare un attimo i toni, soprattutto voi personaggi pubblici avete reso le piazze social un campo di battaglia totale“.
Una polemica che si è dimostrata nel complesso strumentale anche a seguito del comunicato ufficiale diffuso nella giornata di ieri da parte della stessa Associazione Italiana Editori, che aveva ribadito il fatto che la scelta degli autori ospiti a Francoforte sia frutto di una “procedura, fatta di un proficuo dialogo e confronto con i singoli editori e agenti letterari italiani, a partire proprio dalle loro proposte“. In altri termini: nessuna censura, nessun boicottaggio. Il motivo dell’assenza di Saviano dal programma è chiaro, limpido e non c’entra un bel niente la censura.
L’Aie ha rimarcato che tra le proposte sulla base delle quali si è costruito il programma mancano molti autori – compreso lo scrittore di “Gomorra” – ma non solo: “L’Aie non avrebbe mai permesso e non permetterà mai ingerenze esterne rispetto alla volontà degli editori“. Insomma, la “brutta figura planetaria” è solo di Fazio.