Da struttura abbandonata e simbolo del degrado a nuovissimo centro sportivo dotato di piscina, campi di calcio, tennis e padel e pure di uno skate park con annesso parco urbano. Sette mesi dopo la sua prima visita a Parco Verde, Giorgia Meloni tiene fede all’impegno e inaugura la rinascita dell’ex centro «Delphinia», da ieri ribattezzato «Pino Daniele». Certo, è una goccia in mezzo a un mare di quelli che la premier definisce «dannati», con le strade che portano a questo rione di case popolari a pochi chilometri da Napoli circondato da camorra, spaccio e immondizia «diffusa». Ma è pur sempre un inizio, un segnale che – dirà Meloni sotto il sole battente – «è un messaggio molto potente» perché vuol dire che «lo Stato può fare la differenza» e «le istituzioni possono mantenere i loro impegni».
Ma Caivano è anche l’occasione per sistemare un vecchio sospeso con il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e dare un’accelerazione alla campagna elettorale. Meloni di governo e Meloni di lotta. La premier accenna un affondo alla fine del suo intervento. «Voglio dire senza polemica al presidente de Luca, che ha parlato di quella di oggi come di una passeggiata, che se la politica quando passeggia porta questi risultati, avremmo una politica più rispettata dai cittadini e quindi continueremo a passeggiare», la butta lì. Il governatore è in prima fila, la mano destra a coprirsi gli occhi dal sole, e non accenna il benché minimo disappunto. Il perché lo si scoprirà un’ora dopo. Quando sui social inizierà a circolare un video dell’arrivo di Meloni a Caivano e della stretta di mano con De Luca. Qualche tempo fa il governatore era stato filmato di nascosto in Transatlantico mentre parlando con alcuni suoi colleghi del Pd definiva la premier «una stronza». E la leader di Fdi, evidentemente, non ha dimenticato. Così, appena arrivata al «Centro Pino Daniele» e salutando le autorità presenti – con i giornalisti tutti tenuti a debita distanza – decide di pareggiare i conti. Punta verso De Luca, tende il palmo della mano aperto e si «presenta»: «Presidente De Luca, quella stronza della Meloni. Come sta?». Il governatore, interdetto e con alla sua sinistra il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, si limita a un «benvenuta, bene di salute». Il resto è storia di social, perché il video viene rilanciato dall’account «X» di Atreju con una post eloquente: «Giorgia, insegnaci la vita». E, ovviamente, diventa virale.
Inevitabile, quindi, che lo scontro politico faccia scivolare in secondo piano la bonifica dell’ex «Centro Delphinia», passato dagli orrori delle violenze a carica di due cuginette di 12 e 10 anni (anche se poi si è scoperto che il teatro degli abusi fu un altro) al riscatto. Accompagnata dai ministri Piantedosi e Andrea Abodi (Sport), dal capo della Polizia Vittorio Pisani e dal presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma, Meloni ha visitato tutto il centro che sarà affidato alle Fiamme Oro della Polizia di Stato. «Un modello per la nazione intera che esporteremo in molte altre Caivano d’Italia», dice la premier. «Ricordo – aggiunge – che con il decreto Coesione abbiamo investito 3 miliardi di euro di fondi europei per le periferie di 14 città metropolitane e 39 città medie del Sud su un programma finalizzato alla rigenerazione urbana e al recupero delle aree disagiate e degradate». Insomma, «faremo vincere lo Stato sulla criminalità organizzata, sul degrado, sull’abbandono, sulla rassegnazione».
Qualche minuto prima di Meloni, dal podio allestito nel nuovo campo da basket, aveva parlato don Maurizio Patricello. Questo, aveva detto dopo aver velatamente polemizzato con De Luca, sarà «un centro di aiuto alla vita». E proprio a lui – «regista» dell’operazione di «bonifica», sollecitata con una serie di messaggi alla premier – vanno i ringraziamenti di Meloni. «Senza la sua insistenza e la sua determinazione tutto questo non sarebbe iniziato», dice la premier. Che ha parole di elogio anche per i ministri e in particolare per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, perché «senza la sua tenacia forse le tempistiche non sarebbero state così veloci».
«Sono emozionata ai limiti della commozione», conclude, per una giornata in cui «i problemi, i sacrifici che fai, l’ansia che a volte ti prende, tutto improvvisamente assume un senso». La «sfida» di Caivano era una delle sue «scommesse» e l’ha vista «realizzata». Anche se quello che resterà della giornata – almeno mediaticamente – è soprattutto l’inatteso affondo a De Luca.