«Mettere a terra il Pnrr è una sfida che possiamo vincere solo se tutti coloro che sono coinvolti nell’attuazione sentono sulle proprie spalle questa responsabilità». Giorgia Meloni torna a spingere sull’acceleratore del Pnrr, il grande piano che punta a mobilitare risorse, energie e competenze su progetti strategici e di ampio respiro. Lo fa presenziando in Prefettura, a Roma, la prima riunione della Cabina di coordinamento sul Pnrr. Un incontro che segna il passaggio alla «Fase 2 del Pnrr, la più importante, quella della concreta attuazione delle riforme e della messa a terra di tutti gli investimenti strategici» spiega. «Fase 2 nella quale è fondamentale rendere più efficace il monitoraggio, favorire le sinergie e migliorare l’attività di supporto agli enti territoriali, anche promuovendo le migliori prassi».
Un gioco di squadra da gestire attraverso una «Cabina di coordinamento permanente presso ogni singola Prefettura, dove si potranno portare all’attenzione di tutti le eventuali criticità e intervenire tempestivamente». Un confronto continuo con i territori che «ci consentirà anche di accelerare i pagamenti e diffondere le buone pratiche amministrative». Giorgia Meloni ricorda come l’Italia sia «al primo posto in Europa per obiettivi raggiunti e avanzamento del Pnrr». Primato certificato dalla valutazione a medio termine della Commissione europea. «Abbiamo ricevuto il pagamento sia della terza rata da 18,5 miliardi che della quarta rata da 16,5 miliardi e siamo in dirittura d’arrivo per il raggiungimento dei 52 obiettivi della quinta rata, pari a 10,6 miliardi». La frecciata: «Eppure ci dicevano che era folle rinegoziarlo».
Dal piano istituzionale a quello più strettamente politico, Giorgia Meloni si prepara a vivere la manifestazione finale della sua campagna elettorale sabato a Piazza del Popolo. Ieri è stato anche pubblicato lo spot per i social per le Europee. Il leit motiv è «Io voto Giorgia perché…», una donna da votare perché «è una del popolo», perché «non si arrende mai», perché «si è fatta strada partendo dal basso», perché «è una di noi e non si è montata la testa». Il concetto viene declinato attraverso i volti e le parole dei cittadini italiani che spiegano i motivi per cui scriveranno il nome della premier sulla scheda elettorale. Dal cameriere allo studente che per la prima volta può votare fuori sede, dalla giovane professionista alla disabile, dall’agricoltore che vede i suoi interessi e il suo futuro legati a quanto avviene nelle istituzioni europee, fino all’operaio, alla pensionata e alla mamma che finalmente ha gli strumenti per conciliare famiglia e lavoro.
Realizzato da una casa di produzione con qualità cinematografica, lo spot è nato da una chiacchierata tra il responsabile Comunicazione, Andrea Moi e il deputato Francesco Filini. È ovviamente passato nella definizione dei testi attraverso la mano politica, così come la tipologia dei personaggi da coinvolgere è stata suggerita dal partito.
Lo spot, girato a Roma, non punta solo sulla forza del personaggio Giorgia Meloni ma anche su contenuti politici importanti. Giudizi e apprezzamenti attraverso cui si raccontano le iniziative concrete messe in campo nei primi venti mesi di governo.