I razzi su Tel Aviv, poi il raid di Israele a Rafah: 45 morti. Idf: colpiti alti ufficiali di Hamas

I razzi su Tel Aviv, poi il raid di Israele a Rafah: 45 morti. Idf: colpiti alti ufficiali di Hamas

Torna a infiammarsi la guerra a Gaza. Nella notte di ieri le forze israeliane hanno effettuato un attacco nell’area di Hamas, dopo che qualche ora prima una serie di razzi erano stati lanciati verso Tel Aviv. Le Idf hanno confermato il blitz su Rafah spiegando di aver colpito in particolare una delle sedi di Hamas mentre era in corso una riunione di livello del gruppo terroristico. “L’attacco è stato effettuato contro terroristi, che sono un bersaglio in conformità con il diritto internazionale, utilizzando munizioni di precisione e sulla base di informazioni di intelligence che indicano l’uso dell’area da parte di terroristi di Hamas“, si legge in una nota dell’esercito israeliano. Sempre secondo il comunicato l’attacco mirato avrebbe causato un incendio che si è diffuso in un vicino campo di sfollati palestinesi causando diverse vittime. Qualche ora dopo il raid fondi di Israele hanno spiegato che nell’attacco a Rafah sono stati uccisi due alti ufficiali di Hamas, spiegando anche che nelle prossime ore il blitz verrà comunque sottoposto a indagini per verificare la morte di civili.

Hamas intanto attacca e accusa Israele di aver colpito di proposito il campo profughi causando 45 morti. In particolare secondo il ministero della Salute della Striscia amministrata da Hamas, la maggior parte delle vittime dell’attacco erano donne e bambini. Il gruppo terroristico ha poi diramato una nota nella afferma che i palestinesi devono “ribellarsi e marciare” contro il “massacro” compiuto dall’esercito israeliano nella città di Rafah. “Alla luce dell’orribile massacro sionista commesso ieri sera dall’esercito criminale di occupazione contro le tende degli sfollati“, scrive Hamas, “invitiamo le masse del nostro popolo in Cisgiordania, a Gerusalemme, nei territori occupati e all’estero a sollevarsi e marciare con rabbia contro il massacro sionista in corso contro la nostra gente nel settore“. Nelle ultime settimane il conflitto a Gaza si è spostato a sud, con le Idf che hanno progressivamente stretto d’assedio la città di frontiera di Rafah, dove secondo le stime ci sarebbero oltre un milione di sfollati, inclusi diversi combattenti di Hamas fuggiti da nord.

In questo momento le operazioni intorno alla città non hanno ancora preso le dimensioni di una vera invasione di terra. E questo anche per le pressioni degli Stati Uniti. Il presidente Joe Biden ha più volte espresso la sua opposizione a eventuali operazioni militari contro l’insediamento. Il raid a Rafah arriva due giorni dopo l’ordine della Corte internazionale di Giustizia a Israele di fermare l’offensiva proprio contro il valico di frontiera contro l’Egitto.

Il 26 maggio un gruppo di 120 camion carichi di aiuti umanitari, il primo nell’ultimo mese, ha raggiunto Rafah ma non è ancora chiaro se i gruppi umnitari che operano a Gaza hanno già avuto modo di accedere agli aiuti e distribuirli alla popolazione.

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