Le sirene sono tornate a suonare nelle regioni centrali di Israele. Per la prima volta da quasi quattro mesi, una raffica di razzi è stata lanciata dalla Striscia di Gaza. Stando a quanto riportato dal Times of Israel, l’allarme è scattato a Herzliya, Kfar Shmaryahu, Ramat Hasharon, Tel Aviv, Petah Tikva e in diverse comunità più piccole.
Sirens sounding in Tel Aviv and central Israel pic.twitter.com/dxnhyDFW6l
— Israel Defense Forces (@IDF) May 26, 2024
Le brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno rivendicato l’attacco. In un comunicato ripreso da Al Jazeera, lo hanno definito “una risposta ai massacri sionisti contro i civili“. Secondo il quotidiano Haaretz, alcuni vettori sarebbero stati lanciati dalla zona di Rafah, la città al confine con l’Egitto attualmente bersaglio principale delle operazioni delle Idf. Le forze armate ebraiche hanno riferito i terroristi avrebbero sparato almeno otto missili, alcuni dei quali sono stati intercettati dal sistema Iron Dome. Pare inoltre che i lanciarazzi utilizzati dagli uomini dell’organizzazione palestinese fossero a meno di un chilometro di distanza dai soldati di Tel Aviv. L’attacco non avrebbe provocato vittime. I servizi di emergenza hanno comunicato solo il lieve ferimento di due donne, che sono cadute mentre correvano verso i rifugi. L’account di X Israel War Room ha riferito anche di un “colpo diretto” a Bnei Zion e hanno condiviso una foto in cui è visibile il fumo che si solleva dal terreno. Dall’immagine, però, sembra che il missile si sia schiantato in un campo.
Initial report: direct hit of rocket in Bnei Zion, central Israel. pic.twitter.com/wKnXU7obPe
— Israel War Room (@IsraelWarRoom) May 26, 2024
Nei gironi scorsi, l’esercito israeliano aveva affermato di ritenere che Hamas avesse ancora la possibilità di lanciare attacchi missilistici da Rafah verso le zone centrali dello Stato ebraico e che questi si sarebbero verificati in concomitanza con l’avanzata delle Idf in altre zone dell’insediamento. Le autorità militari hanno anche indicato la città al confine con l’Egitto come uno degli ultimi luoghi in cui i terroristi mantengono una consistente scorta di razzi. Al momento Hamas non può produrne di nuovi, visto che gli israeliani hanno sequestrato e distrutto le fabbriche principali.
L’attacco si è verificato due giorni dopo la decisione della Corte internazionale di giustizia, che ha intimato allo Stato ebraico di interrompere le operazioni offensive a Rafah accogliendo la richiesta di cessate il fuoco presentata dal Sudafrica. Le sentenze della Cig sono vincolanti, ma il tribunale non ha i mezzi per farle rispettare.
In risposta alla decisione presa all’Aia, le Idf hanno messo in chiaro che “la Corte non ci fermerà nella lotta ad Hamas” e il ministro della Difesa Yoav Gallant ha dichiarato che “stiamo aggiungendo forze aeree e di terra a Rafah”.