La sinistra punta sul Sud. E Fdi schiera i ministri

La sinistra punta sul Sud. E Fdi schiera i ministri

Sono 26 i seggi in palio per le elezioni europee del prossimo 8 e 9 giugno nella Grande circoscrizione del Mezzogiorno. Più di un terzo degli eletti, dei 76 seggi totali assegnati all’Italia nel prossimo Parlamento europeo, si deciderà tra l’Abruzzo e la Sicilia. Nel Sud dell’Italia, tra la Sila e il Vesuvio, il capo di Fratelli d’Italia (e del governo) Giorgia Meloni gioca il match chiave per il successo nel voto per l’Europa. La partita non è affatto in discesa, per due ragioni. Nel Sud, a differenza del Nord, area nella quale Fdi e Lega non sembrano aver rivali, il M5s, complice l’effetto (mai svanito) del reddito di cittadinanza, macina consensi. La seconda ragione è il dispiegamento delle «truppe cammellate» nel Pd. C’è una terza ragione, che rende la partita del centrodestra nel Sud tostissima: la storica difficoltà della Lega di Matteo Salvini a imporsi in quel pezzo d’Italia.

Il bottino elettorale nel Mezzogiorno è però fondamentale per il successo: 18 seggi si assegnano nelle 6 regioni (Campania, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Molise) della circoscrizione Sud e 8 nella circoscrizione Isole (Sardegna e Sicilia).

La centralità del Mezzogiorno nella partita europea trova ulteriore conferma nella sfilata di big. Schlein e Conte puntano molto sull’effetto Sud per arginare Fratelli d’Italia. Venerdì sera, il capo dei Cinque stelle Conte, dopo il tour in Puglia e Calabria, ha fatto tappa a Napoli. Ieri è stato il turno di Elly Schlein in città per un evento elettorale organizzato dalla Cgil. Il messaggio è chiaro: «Noi crediamo che non ci sia riscatto dell’Italia senza riscatto del Sud e dei giovani e delle donne del Sud, ci battiamo per un pieno diritto all’accesso alla sanità pubblica, per il trasporto locale, scuola, lavoro dignitoso, tutte cose che l’autonomia minerebbe alla radice, sarebbe un colpo di grazia alla sanità pubblica che il governo Meloni sta già tagliando, non ci sono cittadini di serie A e serie B», ha urlato la segretaria dem che domani sarà in Calabria. Oggi e lunedì, dal fronte di centrodestra, sarà in Campania, per una due giorni, il leader del Carroccio e vicepremier Matteo Salvini. Non c’è ancora una data per una eventuale visita del presidente del Consiglio Meloni.

Le liste però sono attrezzate per la battaglia nel Sud. Il M5s cala l’asso Tridico: l’uomo del reddito di cittadinanza è il capolista dei grillini nell’area del Paese che ha più beneficiato del sussidio grillino. Un dato è significativo: alle politiche scorse il M5a ha raccolto in Campania il 41%. Conte punta a fare il bis. Il Pd di Schlein, al netto dei proclami sul rinnovamento, schiera l’artiglieria pesante. Dalla Puglia punta dritto verso Bruxelles il sindaco di Bari Antonio Decaro (nella foto). Ha l’appoggio dei cacicchi De Luca ed Emiliano. Un altro ras delle preferenze, Lello Topo, sogna di raccogliere 100mila preferenze e staccare un biglietto per Strasburgo.

Il centrodestra prende le contromosse. La leader di Fdi Meloni (oltre la sua candidatura) mobilita tre ministri per l’operazione Sud: Gennaro Sangiuliano, Raffaele Fitto e Nello Musumeci. I tre ministri stanno conducendo una campagna elettorale a tappeto, vecchio stampo, casa per casa. Il ministro della Cultura si vede in giro con al suo fianco la candidata Raffaella Docimo (sulla quale Meloni misurerà la forza di Sangiuliano). Fitto deve ri-assicurare al suo candidato Francesco Ventola i 90mila voti presi nel 2019.

Il candidato di Nello Musumeci è Ruggero Razza, ex assessore regionale. Meloni vuole un «regalo» il 9 giugno dai tre ministri. Anche la Lega corre ai ripari schierando al Sud il generale Vannacci, l’ex forzista Aldo Patriciello e il senatore Roberto Marti.

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