Unità, dialogo e identità. Sono le parole d’ordine del neopresidente di Confindutria, Emanuele Orsini. “Abbiamo utilizzato tre parole nel ricompattare Confindustria. Avere una Confindustria unità vuol dire una Confindustria forte e fare bene per il Paese. Vuol dire anche, aggiunge, mettere in primo piano la necessità di ascoltare le imprese, i territori, le categorie, solo così si può fare sintesi, e portare al governo le esigenze vere: lo puoi fare solo ascoltando le imprese”.
Orsini ha lanciato un appello alla politica: “Siamo pronti a dialogare con governo e opposizione. Siamo pronti a collaborare. Ci sono alcuni capitoli centrali: no a una politica anti-industriale in Europa e nucleare come tema di competitività. C’è bisogno di certezza del diritto. Gli imprenditori hanno bisogno di regole chiare. Il taglio cuneo fiscale che deve essere salvaguardato anche per difendere la capacità di spesa dei nostri lavoratori”, ha detto il presidente di Confindustria, intervenendo a ‘Le priorità del nostro tempo: competitività, transizione energetica e certezza del dirittò, panel di chiusura del Festival dell’economia di Trento.
Sul tema del lavoro il presidente di Confindustria ha sottolineato l’ugenza dei decreti di industria 5.0 spiengando che: “Abbiamo bisogno di tempi e misure certi”, ha continuato Orsini. Gli imprenditori stanno “aspettando questi decreti per fare gli investimenti. Non è pensabile che quella misura sia legata al Pnrr e quindi a scadenza nel 2026. Noi abbiamo bisogno di una misura di respiro almeno di 5 anni. Abbiamo bisogno di accelerare su 5.0 e l’altra cosa su cui insistiamo sono i contratti di sviluppo. Dobbiamo riuscire a mettere a terra questa misura, ma servono tempi certi”. E su questo tema, in vista delle imminenti elezioni europee in agenda il 9 giugno, ha voluto sottolineare come sia fondamentale che chi ci rappresenterà in Europa “dovrà avere un atteggiamento diverso da quello di prima. Dobbiamo avere una Commissione che sia pro industria, con delle politiche europee a sostegno dell’industria”.
Nella lista delle priorità di Orsini da presentare al governo c’è anche il destino del superbonus tema centrale dell’azione dell’associazione degli industriali. Partendo dal tema della certezza del diritto “non possiamo fare in modo che misure retorattive mettano in difficoltà le nostre imprese”. Il superbonus “è stato varato dopo il covid per accelerare, ed ha fatto quello che doveva fare. Io sono anche tra quelli che l’hanno sostenuta ma quella misura era stata fatta in un altro modo, è stata poi cambiata 22 volte”.
Ora, avverte, “non puoi chiudere una misura dopo che le imprese hanno preso degli impegni. Le imprese devono potersi fidare. Non può venire meno la fiducia tra imprese e istituzioni”. Vale anche per la partita degli incentivi alla transizione 5.0. “Il 5.0 sarà tutto su un sottostante di credito di imposta. Se non ci si fida più, come facciamo?”.
Sempre sul tema dell’industria Orsini ha voluto sottolineare l’importanza dell’accordo tra Stellantis e Paese Italia e della promessa relativa al milione di auto. “Se riuscissimo ad attrarre anche un secondo produttore bene, va bene importando tecnologia ma utilizzando le nostre filiere. Se usiamo gli incentivi governativi per auto prodotte fuori dall’Europa, bisogna fare delle riflessioni”, ha continuato Orsini, ricordando che in Italia abbiamo un parco auto di 39 milioni di veicoli e solo 7 milioni sono Euro 6, “lo spazio quindi per Orsini c’è ma non possiamo perdere la filiera, per noi è fondamentale, riconosciuta in tutto il mondo”.
In tema di energia Orsini ha colto l’occasione per mettere sotto la lente come il nucleare si necessario ma anche una rete elettrica nazionale. “Ci siamo esposti in modo forte sul tema del nucleare: crediamo che il nucleare di ultima generazione sia a sostegno delle imprese.
E noi crediamo che serva una rete elettrica nazionale, non una rete di imprese”. Il fronte dell’energia “è un tema di competitività”, evidenzia: “È un tema di sicurezza nazionale”. Servono “investimenti enormi”, “gli investimenti sull’energia al 2030 sono mille miliardi”.