Il caso di Liliana Resinovich sembra ancora molto lontano dalla fine. Spuntano di tanto in tanto nuovi dettagli che paiono propendere a turno per una delle tre ipotesi fondamentali: suicidio, omicidio oppure incidente o aggressione con occultamento. Ma sono soprattutto i dati tangibili a interessare gli inquirenti, per venire a capo della vicenda della donna scomparsa a Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata cadavere tre settimane più tardi nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico giuliano.
Le liti nell’albergo
Da tempo era noto che un’albergatrice avesse narrato di presunti litigi tra Liliana e il marito Sebastiano Visintin: la donna gestisce una struttura ricettiva in cui la coppia sarebbe stata più volte, avviando con lei anche un rapporto di amicizia. La donna, che si chiama Jasmina Zivkovic, si è detta disponibile a parlare con la procura.
Jasmina aveva comunicato con i consulenti della famiglia d’origine di Lilly e ha raccontato di presunte discussioni accese e modi bruschi da parte di Sebastiano, che in un caso avrebbero portato Liliana sull’orlo delle lacrime. A Jasmina inoltre Sebastiano avrebbe parlato di un “incidente” a ridosso della scomparsa, ovvero tra il 18 e il 19 dicembre 2021.
Non solo: stando a quanto dice la donna, lei e Sebastiano si sarebbero sentiti a giugno 2022 e in quel caso lei avrebbe avvertito una minaccia. “Lui quando gli ho detto che lui lo sa che io e Lilly eravamo amiche, e che lui non lo sa quello che ci siamo dette io e la Lilly, lui ha cominciato a camminare avanti e indietro molto agitato ed era andato fuori di testa completamente. In quell’occasione mi sono sentita proprio minacciata perché lui mi ha detto che la gente deve stare attenta a quello che dice, che deve avere paura per sé e per i suoi famigliari” ha spiegato Jasmina a Quarto Grado.
Sebastiano, ospite in studio, si è chiesto come la donna parli solo ora e ha smentito di aver litigato mai con Liliana in quel modo violento descritto dall’albergatrice, liquidando così le parole di quest’ultima: “Sono tutte cose di sua fantasia”.
Il giallo del numero di Sterpin
Tra le incongruenze del caso, che forse meriterebbero un approfondimento, ne spunta una interessante. Il giorno della scomparsa di Lilly sarebbe stato cancellato dal suo iPhone il contatto di Claudio Sterpin, sedicente amante della donna. Il dettaglio è stato rilevato dall’esperto Francesco Zorzi, consulente della cugina di Liliana Silvia Radin: “Abbiamo accertato che, plausibilmente a partire dalle 8.22 ma certamente prima delle 10.56, è stata effettuata la cancellazione del contatto relativo a Claudio Sterpin”.
Alle 10.56 infatti Sterpin avrebbe cercato di chiamare Liliana con la propria utenza, ma “il telefono non riesce ad associarla a un contatto già esistente”. Tra l’altro quella chiamata potrebbe essere stata respinta da qualcuno che era in casa, dato che si è attivata la segreteria telefonica. Tuttavia il contatto cancellato risulta “correttamente denominato” nella copia forense dello smartphone, come se qualcuno avesse ripristinato il contatto. Nei prossimi giorni sarà conferita dalla procura una consulenza per capire se qualcuno abbia in effetti respinto la chiamata o la segreteria si sia attivata in qualche altro modo.
Cosa manca alla fine delle indagini
Oltre alla seconda autopsia, sulla quale è al lavoro il team guidato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, potrebbe essere importante cercare di risalire alle due tracce di Dna maschile – che non appartengono a nessuno della stretta cerchia degli uomini in relazione
famigliare o amicale con Lilly – trovati sul cordino che avvolgeva il capo della donna e i suoi pantaloni. Potrebbe trattarsi di un contatto labile ma anche di un eventuale contaminazione: solo la scienza potrà dire di più.