Il G7 ha intenzione di sostenere l’Ucraina anche nel 2025. Alla riunione dei ministri delle Finanze e dei banchieri centrali a Stresa, è stato raggiunto un accordo sull’obiettivo di mantenere attivi i flussi di denaro diretti verso il Paese invaso per supportare i suoi sforzi contro la Russia.
“Siamo fortemente uniti nel sostenere l’Ucraina. Sembra che il finanziamento per quest’anno sia stato raggiunto, ma ora vogliamo iniziare il lavoro per il 2025”, ha detto il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner. “Questo è una prova della nostra determinazione nel rimanere uniti per l’Ucraina, ma molto lavoro deve essere fatto ora. Siamo aperti a trovare ulteriori e valide misure per finanziare l’Ucraina ma ora resta molto lavoro da fare”. Non è stato ancora raggiunto un accordo sul principio e, stando a quanto riferito dal titolare del dicastero di Berlino, “ora dobbiamo lavorare sugli strumenti concreti”.
I grandi del mondo paiono dunque convinti e uniti nel loro sostegno alla nazione invasa, che nelle ultime settimane si è trovata ad affrontare notevoli difficoltà sul campo di battaglia: scarsità sempre più grave di uomini e munizioni, l’offensiva russa a Kharkiv e continui bombardamenti da parte delle forze del Cremlino. Nonostante questa situazione complessa, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non ha cambiato le sue posizioni e ha ribadito la sua volontà di andare avanti a combattere fino a che la Russia non sarà sconfitta e i territori occupati, Crimea compresa, saranno liberati. Da parte sua, Vladimir Putin sarebbe invece disposto a congelare il conflitto a patto che vengano riconosciute le attuali linee createsi dopo più di due anni di guerra.
Stando alle rivelazioni di Reuters, che ha citato fonti anonime vicine al leader della Federazione, lo zar riterrebbe sufficienti i risultati ottenuti fino a questo momento per “vendere” una vittoria al Paese e avrebbe capito che prolungare il conflitto richiederebbe una mobilitazione nazionale, che sarebbe malvista sia dall’élite, sia dal popolo. Intanto, dall’altro lato del fronte sembra essere definitivamente crollato uno degli ultimi tabù: il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha invitato gli alleati a eliminare le restrizioni sull’uso delle armi occidentali da parte degli ucraini e a permettere loro di colpire obiettivi in territorio russo.
Fin dall’inizio dell’invasione, il Patto atlantico ha sempre sottolineato come i dispositivi bellici inviati a Kiev fossero per scopi difensivi, ma ora pare che la linea sia quella di spingere l’esercito di Zelensky all’offesa.