Il ministro Matteo Piantedosi è stato ospite del Festival dell’Economia di Trento e ha affrontato anche il tema dei migranti, mettendo in evidenza l’evoluzione del fenomeno nell’ultimo anno. Sono innegabili le difficoltà avute dal governo nel 2023, quando è stato segnato uno dei valori record per l’immigrazione in entrata ma, nella seconda metà dell’anno, a partire da ottobre, c’è stato un deciso cambio di rotta, frutto anche delle politiche messe a punto e perfezionate dal governo. Gli accordi con i Paesi nordafricani sembrano funzionale e sono anche utili alla deterrenza, così come la stretta sui rimpatri e il patto con l’Albania, che rendono meno appetibile il rischio di un viaggio attraverso il Mediterraneo.
“Avremo un incremento sensibile delle espulsioni, questo è un impegno che prendo con i cittadini“, ha dichiarato il ministro nel corso del suo intervento a Trento. Un impegno per il quale sono state messe le basi già nei mesi precedenti e sul quale si continua a lavorare, con il programma dei Cpr, strutture utili all’espulsione di coloro i quali, da irregolari, non hanno i requisiti per ottenere l’asilo in Italia. In settimana, per altro, è arrivato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Viminale del 14 settembre 2023 che fissa in 4.938 euro la cauzione prevista per i migranti provenienti da Paesi sicuri nel caso in cui vogliano evitare il trattenimento negli appositi centri “durante lo svolgimento della procedura in frontiera“. La garanzia finanziaria dovrà essere presentata “in unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa ed è individuale e non può essere versata da terzi“. E nel caso in cui lo straniero dovesse far perdere le proprie tracce, allontanandosi indebitamente, “il prefetto procede all’escussione” della cauzione.
Mettendo poi sul piatto della bilancia gli arrivi registrati da ottobre a oggi, quello che propone il ministro è un bilancio positivo, seppure gli arrivi non siano azzerati, è comunque un buon risultato. “Quest’anno noi registriamo a maggio l’ottavo mese di fila con significativa flessione degli sbarchi. Nell’anno in corso registriamo un 60% in meno rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente“, ha spiegato il titolare del Viminale. È solo “un primo successo che va consolidato e riguarda ovviamente numeri che ancora non ci danno piena soddisfazione“.
Ma ci ha tenuto ha fare una precisazione, smentendo chi considera la riduzione solo come una fortunata coincidenza: “Ascrivo questo successo al fatto che abbiamo cambiato completamente impostazione nei rapporti con i Paesi principalmente interessati al fenomeno“.