Taiwan è circondata da navi da guerra e jet dell’esercito cinese. I mezzi di Pechino hanno letteralmente accerchiato l’isola nel secondo giorno di esercitazioni militari volte a “punire” il nuovo presidente taiwanese Willaim Lai, il cui discorso di insediamento è stato letto dal governo cinese come una “ammissione dell’indipendenza di Taiwan“. Nel corso delle ultime ore Taipei ha rintracciato decine di aerei da guerra e navi della marina cinese al largo delle sue coste: 49 aerei da guerra e 19 navi della marina, nonché navi della guardia costiera cinese
Il pugno duro della Cina
Il ministero della Difesa di Taiwan ha fatto sapere che 35 degli aerei individuati hanno volato attraverso la mediana dello Stretto di Taiwan, il confine di fatto tra le due parti, per un periodo di 24 ore, da giovedì a venerdì. Le manovre, denominate Joint Sword-2024A, sono iniziate ieri mattina e coinvolgono l’esercito, la marina, l’aeronautica e l’unità missilistica della Cina. Dovrebbero terminare nel corso dell’odierna giornata, ma gli analisti avvertono che potrebbero essere prolungate o rinnovate nel prossimo futuro.
L’obiettivo del Dragone? Testare “la capacità di prendere il potere e di effettuare attacchi congiunti, nonchè di controllare territori chiave“, ha dichiarato Li Xi, portavoce del Comando del teatro orientale dell’esercito cinese. Pechino ha presentato queste esercitazioni militari come una “severa punizione” contro i “separatisti” dell’isola, che si concluderà “con uno spargimento di sangue“.
“Si richiede alla Cina di esercitare autocontrollo e di fermare immediatamente i comportamenti irrazionali“, ha nel frattempo affermato la guardia costiera taiwanese assicurando che “assumerà una posizione ferma per salvaguardare la sovranità e la sicurezza nazionale“.
Cosa succede a Taiwan
L’operazione cinese sta destando particolare preoccupazione perché avvenuta in risposta all’insediamento del nuovo presidente di Taiwan. I dettagli che la CCTV, la televisione di Stato cinese, sta diramando aumentano ulteriormente la tensione visto che pare che Pechino abbia simulato attacchi missilistici e inviato in loco bombardieri con “missili veri“. Scendendo nei dettagli, i velivoli hanno allestito diverse formazioni d’attacco nelle acque a est di Taiwan, ed effettuato strike simulati in coordinamento con le navi militari.
Un alto funzionario della sicurezza di Taiwan ha dichiarato a Reuters che diversi bombardieri cinesi hanno condotto finti attacchi contro navi straniere vicino all’estremità orientale del Canale Bashi esercitandosi a prendere il “controllo totale” delle aree a ovest della prima catena di isole. Ricordiamo che la prima catena di isole comprende l’area marittima che va dal Giappone a Taiwan, e che include le Filippine e il Borneo. Il funzionario, parlando in forma anonima, ha riferito che diverse imbarcazioni della guardia costiera cinese hanno anche condotto esercitazioni al largo della costa orientale di Taiwan.
Il Comando di teatro orientale dell’esercito cinese ha inoltre mostrato sul suo account di social media WeChat un video animato di missili lanciati contro l’isola da terra, aria e mare, che si abbattono sulle città di Taipei, Kaohsiung e Hualien.
La CCTV ha poi dichiarato che la Cina ha inscenato finti attacchi missilistici sulla “provincia ribelle” utilizzando decine di missili.
“Armi sacre per uccidere l’indipendenza“, si leggeva in rosso, nei caratteri tradizionali cinesi usati da Taiwan, alla fine dell’animazione.