Il giorno di Toti dai pm. L’assist dagli Spinelli

La memoria difensiva di Toti - Leggi il documento integrale

Giovanni Toti sarà interrogato domani dai pm di Genova. Era stato lo stesso governatore, tramite il suo legale, a chiedere di essere sentito dai magistrati, convinto di poter dimostrare di «non aver commesso nessun reato». È la vigilia di un passaggio cruciale che determinerà anche le prossime mosse politiche del presidente della Regione Liguria. Toti non aveva risposto nell’interrogatorio di garanzia subito dopo gli arresti, perché con il suo avvocato aveva bisogno di leggere tutte le contestazioni contenute nelle novemila pagine dell’inchiesta in cui viene accusato di corruzione.

Nella sua difesa ripeterà che quei 74mila euro ricevuti da Aldo Spinelli, l’imprenditore del porto di Genova nonché presunto corruttore per l’accusa, erano finanziamenti leciti ai suoi comitati elettorali e non mazzette in cambio di favori. Non soltanto perché si tratta di erogazioni liberali tramite bonifici in chiaro, ma anche perché, sosterrà Toti, lui nella proroga della concessione del Terminal Rinfuse a Spinelli avrebbe avuto un ruolo secondario. Il testo del rinnovo trentennale che secondo i pm sarebbe l’oggetto del presunto do ut des, era arrivato sul tavolo della Regione dopo il parere di degli altri enti competenti.

Dopo, cioè, il via libera del Comitato di gestione del porto. I magistrati però potranno chiedergli conto delle dichiarazioni di Giorgio Carozzi, nel board in rappresentanza del Comune di Genova, e che sentito come testimone dai pm avrebbe confermato la loro tesi, e cioè di aver ricevuto pressioni per votare a favore della proroga. E anche di alcune intercettazioni in cui lo stesso Carozzi parla con Andrea La Mattina, non indagato, altro membro del comitato, inizialmente contrario ma poi favorevole alla proroga. Carozzi: «C’è questa pratica che mi sta tormentando da due settimane su questa concessione trentennale che non ci dormo di notte () La realtà è che secondo me, per uscirne vivi noi tre senza dare l’impressione che abbiamo preso la stecca ()».

Lo stesso La Mattina potrebbe essere sentito nelle prossime ore come testimone, come il sindaco di Genova Marco Bucci.

Toti ha «l’esigenza di farsi sentire», anche dopo le dichiarazioni fatte in Procura da Aldo Spinelli, che di fatto ha spiegato ai magistrati, anche piuttosto infastidito, di non aver ricevuto alcun vantaggio da Toti, ma anzi, solo un generico «interessamento», e di essersi sentito «preso in giro». Sulla concessione del Terminal, ha detto che addirittura stava per rivolgersi alla stessa Procura perché la pratica era ferma da troppo tempo. Ha confermato che tutti i finanziamenti ai comitati di Toti erano stati approvati dai cda del suo Gruppo. Il figlio Roberto, indagato, ai pm ha detto che Toti li «chiedeva» al padre 84enne. Padre a suo dire «ingestibile», per cui in passato si sarebbe valutata anche l’ipotesi di un «amministratore di sostegno». I due sarebbero pronti per farsi sentire dai pm di nuovo.

I loro avvocati Alessandro Vaccaro e Andrea Vernazza non hanno ancora chiesto l’interrogatorio ma potrebbero farlo a breve.

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