La Ong Sea Watch ha sfidato il blocco aereo imposto dall’Enac ai velivoli della flotta civile ed è stata sottoposta a sanzione amministrativa da parte dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile. A darne notizia è stata proprio l’organizzazione non governativa mediante un post pubblicato sui social, in cui si sfida per l’ennesima volta le autorità italiane. “Oggi il nostro Seabird è atterrato dopo una manutenzione e l’Enac ci ha multati di 2.064 euro“, scrivono dall’equipaggio dell’organizzazione.
La multa, secondo loro, non è per aver violato le norme che, anche se non piacciono, sono comunque in vigore nel nostro Paese ma, col solito loro registro linguistico aggressivo e vittimistico, sostengono di essere stati “sanzionati dal Governo perché testimoniamo le violenze nel Mediterraneo“. Una narrazione di convenienza, come tutte quelle che vengono fatte da queste organizzazioni, che punta a trasformare il governo nel carnefice supremo contro le organizzazioni umanitarie. In realtà, quella delle Ong è una vera e propria sfida che viene perpetrata contro il governo Meloni dal suo insediamento. Le organizzazioni si fanno forti dell’appoggio che viene loro offerto sai partiti che si trovano attualmente all’opposizione, che usano le Ong come leva contro la maggioranza di governo.
“Solo il Comando Generale della Guardia Costiera deve essere riconosciuto unica Autorità Marittima nazionale competente in ambito Search and Rescue“, ha scritto l’Enac nelle ordinanze di “Interdizione all’operatività dei velivoli e delle imbarcazioni delle ONG sullo scenario del Mare Mediterraneo centrale” che valgono dall’aeroporto di Comiso a quello di Trapani-Birgi, in Sicilia, inclusa Lampedusa. Con queste ordinanze, una per ogni aeroporto della Sicilia, l’Enac di fatto interdisce lo spazio aereo italiano del Mediterraneo centrale agli aerei della flotta civile che volano con scopi di Search and Reascue.
Nel suo documento, l’Enac cita numerose segnalazioni “circa le reiterate attività effettuata da velivoli e natanti, riconducibili alla proprietà di Soggetti anche extra U/E, che si traduce nel prelievo – da imbarcazioni di fortuna – di persone migranti provenienti da rotte nordafricane” da parte parte della Guardia Costiera.
Questi interventi esterni, per la Guardia Costiera, come dichiara l’Ente per il volo, “in molteplici circostanze i velivoli ed i natanti impegnati in indebite situazioni di intervento in mare sono risultati appartenenti a organizzazioni non governative“.