– Avete visto l’ultimo video? Arriva dall’Università Statale di Milano dove militanti di Lotta Comunista e studenti pro-Palestina oggi si sono presi a legnate. Il video, pubblicato da un collettivo e poi rimosso per non “danneggiare l’accampada”, meriterebbe i popcorn. E invece occorre far notare almeno un paio di particolari. Primo: è incomprensibile che l’Università sia vittima da giorni di una occupazione abusiva a suon di tende che costringe l’ateneo a rinviare l’Open Day, a spostare alcune delle sue attività e a ripulire. Scritte contro la polizia, bestemmie e simboli anarchici. Secondo: fa sorridere che gli studenti pro-Palestina accusine le “squadracce” – vi giuro, hanno scritto così – di avrebbero aggrediti nell’accampamento. Perché le scazzottate sono avvenute tra sinistri e sinistri, anche se di estrazione forse differente, ma di certo stavolta i fascisti non c’entrano nulla. I due gruppi erano già venuti alle mani qualche giorno fa, ma il video di oggi rende evidente come la violenza politica ormai alberghi più a sinistra, tra questi sedicenti pacifisti, che tra i presunti camerati. Di solito aggrediscono la polizia, stavolta si sono randellati tra loro. Ma il discorso non cambia.
– Terza riflessione, a margine. Forse conoscerete un romanzo per bambini – dal titolo Uri e Sami – che parla della difficile ma possibile amicizia tra un bambino palestinese e uno israeliano. La storia ci insegna il conforto in Terra Santa è più complicato di un romanzo. Ma anche degli slogan che pro Pal lanciano ogni giorno inneggiando alla Palestina libera dal fiume al mare. La dimostrazione plastica sono proprio loro: se due gruppi politici così contigui finiscono a prendersi a cazzotti e non trovano un accordo, figuratevi quanto può essere difficile raggiungere la pace nella striscia di Gaza. Di sicuro, se lasciassimo le redini in mano a questi qui, capaci di scannarsi pure in Università, finiremmo sull’orlo di una guerra mondiale.
– Marine Le Pen rompe con Afd per via di alcune frasi di uno dei capolista del partito nazionalista tedesco sulle SS. È chiaro che la leader francese ha solo colto la palla al balzo per togliersi dai piedi un alleato scomodo tra spie cinesi, scandali e lobbisti filorussi. Bene fa Salvini ad andarle dietro. Se poi sommiamo questo avvenimento a quanto successo l’altro giorno, con Le Pen e Meloni ospiti di Vox a Madrid, si capisce che qualcosa a destra si sta muovendo in vista delle Europee. Se Popolari, Socialisti e Liberali dovessero scegliere di tagliare fuori i conservatori, le “destre” potrebbero fare squadra per “pesare” sempre più nelle scelte dell’Europa che verrà. La sfida si fa interessante.
– Guido Crosetto ricoverato in ospedale dopo un malore durante il Consiglio Supremo di Difesa al Quirinale. Auguri al ministro di pronta guarigione.
– Non è una novità, visto che la Lega ne parla almeno dal lontano 2015, e ad ogni elezione ritorna puntuale come un orologio svizzero. Il Carroccio vorrebbe reintrodurre la leva militare obbligatoria e il dibattito si è già riaperto. Ritengo da anni che l’idea non sia così peregrina e dunque non cambierò posizione oggi: sperimentare i disagi e le difficoltà dell’Esercito farebbe bene ai giovani d’oggi così bisognosi di un percorso che li educhi alla vita. E tutto sommato, viste come stanno andando le guerre in Ucraina e Israele, avere una mezza idea di come funziona un’arma non sarebbe così sciocco. Però patti chiari e amicizia lunga: la proposta non deve mettere a repentaglio la professionalizzazione delle Forze Armate; e non deve trasformarsi in 24 mesi di inutile bivacco in caserma. La nuova naja non dovrebbe durare più di sei mesi, dovrebbe essere retribuita dignitosamente e dovrebbe prevedere una struttura “a parte” rispetto all’Esercito professionista. Piccolo ed unico problema? Il costo. Le casse dello Stato languono. Per questo, con ogni probabilità, resterà solo una proposta sulla carta.
– Oggi versione breve, causa emicrania. Scusate.
A domani.