“No a forzature gender. Si è maschi o femmine”

"No a forzature gender. Si è maschi o femmine". Roccella spiega la posizione italia sui diritti Lgbt

In un’intervista concessa al quotidiano Il Messaggero, il ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, è tornato sulla mancata firma dell’Italia alla dichiarazione Ue sui diritti Lgbt. “No a forzature gender. Si è maschi o femmine e non è oscurantismo“, ha dichiarato il ministro, sottolineando che questo governo è “per la libertà, ma conserviamo il principio di genitorialità“. La libertà “di essere chi si vuole è una forzatura ideologica“, ha proseguito Roccella ma non per questo “l’Italia è un Paese reazionario“.

Quella assunta dal nostro Paese, nonostante le solite proteste ideologiche delle opposizioni, è una posizione in linea con quanto decretato dal parlamento italiano, prima delle elezioni del 2022, quando la maggioranza era di centrosinistra, sulla legge Zan. Quella italiana in Europa, ci ha tenuto a precisare il ministro, è “una posizione liberale“. Infatti, prosegue, come Paese “abbiamo aderito alla dichiarazione contro la transfobia, la bifobia, l’omofobia“. Tuttavia, “troviamo il documento molto sbilanciato verso il cosiddetto gender. Abbiamo un’idea molto chiara: chiunque può scegliere con chi avere rapporti amorosi e sessuali“.

Ma, al di là di questo, è la posizione di Roccella, la libertà di essere chi si vuole “è una forzatura ideologica e una negazione della realtà dei fatti, perché la realtà del corpo e l’appartenenza sessuale non si può cambiare fino in fondo. È legittimo intervenire per adattare ai propri disagi e ai propri bisogni il proprio corpo, ma non si può fare di questo un canone“. Il discorso del ministro della Famiglia in tal senso è molto più ampio rispetto a ciò a cui lo vuole ridurre chi sta facendo le barricate, perché, prosegue Roccella, “se togli maschi e femmine anche la genitorialità cambia“. Ha poi specificato che la mancata firma è stata una decisione relativa al fatto che il documento Ue “contiene due elementi che ci hanno spinto al disaccordo. Si parla di espressione di genere. Vuol dire come io comunico all’esterno il mio genere auto-percepito“. E questo, ha spiegato Roccella, è soggettivo e soggetto a cambiare anche più volte nel tempo.

Intendiamo conservare l’antropologia in cui siamo sempre stati immersi e su cui si fonda la genitorialità e la continuità del gruppo umano“, ha proseguito Roccella, specificando che il nostro Paese, come da tradizione, “siamo a favore dell’inclusione di chi decide di cambiare sesso e siamo contro la transfobia“, ma, è questo l’appunto del ministro, “qui si vuole cambiare il paradigma dell’umano.

Si cerca di negare non solo la biologia ma di negare anche il corpo, che è basato sulla differenza sessuale tra uomini e donne“.

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