nostro inviato a Madrid – Si chiude la tre giorni dell’eurodestra, riunita a Madrid sul palco di Vox. A Palacio Vistalegre sfilano in tanti, da Marine Le Pen a Giorgia Meloni (collegata in diretta da Roma), passando per il presidente argentino Javier Milei (che accende la platea) e il leader polacco di Pis, Mateusz Morawieski. Conclude, ovviamente, il padrone di casa Santiago Abascal, leader di Vox.
Un appuntamento che arriva a poche settimane dalle elezioni Europee del 6-9 giugno e che, per certi versi, può essere visto come un piccolo laboratorio dei futuri equilibri all’interno della destra europea, divisa tra i Conservatori di Ecr (di cui Meloni è presidente e dove milita Vox) e i sovranisti di Identità e democrazia (cui aderisce il Rassemblement national di Le Pen, la Lega di Matteo Salvini e l’ultra-destra tedesca di Afd).
E proprio sui rapporti tra le due famiglie europee, intercettata da alcuni giornalisti italiani nel sottopassaggio di Palacio Vistalegre prima di salire sul palco, Le Pen spiega che con Giorgia Meloni “ci sono punti in comune”. “Non è questione di persone – spiega la leader del Rassemblemet national – ma di libertà. Meloni e Salvini hanno a cuore la libertà e non c’è dubbio che ci siano convergenze per la libertà dei popoli che vivono in Europa”.
La candidata all’Eliseo sale poi sul palco di Vox e il suo è uno degli interventi più applauditi. Qualche minuto dopo tocca a Giorgia Meloni, collegata in diretta da Roma, che parla in spagnolo – come sempre è accaduto quando è stata ospita delle
kermesse organizzate da Abascal – per circa una decina di minuti.
L’8 e il 9 giugno – dice – saranno “elezione decisive”. E ancora: “Un cambio in Europa è possibile se i conservatori europei saranno uniti. Siamo il motore del rinascimento del nostro continente”.
“Per la prima volta – aggiunge la premier italiana – l’esito delle elezioni europee potrebbe sancire la fine di maggioranze innaturali e controproducenti”.