L’incidente, i soccorsi, il giallo sul ritrovamento: cosa è successo all’elicottero di Raisi

L'incidente, i soccorsi, il giallo sul ritrovamento: cosa è successo all'elicottero di Raisi

Erano passate da poco le 15.00 (ora italiana) quando sui media internazionali ha cominciato a diffondersi la voce di un incidente occorso a un elicottero del convoglio del presidente iraniano Ebrahim Raisi. Anche i media statali hanno dato subito spazio alla notizia, dichiarando che squadre di soccorritori erano già in viaggio per raggiungere l’elicottero coinvolto nell’incidente. Raisi era di ritorno da una visita in Azerbaijan, ove aveva inaugurato una diga con il presidente azero Ilham Aliyev. L’incidente sarebbe avvenuto vicino a Jolfa, una città al confine con l’Azerbaigian, circa 600 chilometri nord-ovest di Teheran. L’elicottero faceva parte di un convoglio di tre elicotteri: gli altri due sono arrivati a destinazione.

L’atterraggio difficile dell’elicottero di Raisi

Sulle prime, i media iraniani hanno utilizzato il termine “atterraggio difficile”, accennando all’ipotesi di una manovra di emergenza, presumibilmente dovuta alle cattive condizioni del meteo. Il presidente iraniano Raisi era insieme a 7 funzionari, tra cui il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian. A nemmeno un’ora da queste prime notizie, l’agenzia di stampa iraniana Mehr ha immediatamente dato rassicurazioni sulle sorti del presidente: “Dopo “l’atterraggio difficile” dell’elicottero a bordo del quale si trovava nella provincia dell’Est Azerbagian, il presidente iraniano Ebrahim Raisi sta continuando il suo viaggio via terra, in direzione di Tabriz”, sono state le parole scelte. A corredo dell’informazione, un dettaglio fondamentale: alcune delle persone a bordo dell’elicottero del presidente Raisi sarebbero riuscite a mettersi in contatto con il quartier generale, alimentando le speranze che l’incidente possa essersi concluso senza vittime. A riferirlo, l’agenzia Tasnim su X, legata ai pasdaran, ripresa dalla Cnn.

Passata più di un’ora dalle prime notizie, anche i media iraniani hanno avuto necessità di comunicare il momento di impasse: un presidente, del resto, non può perdersi nel nulla. Soprattutto se ha avuto un incidente e sta proseguendo via terra il suo cammino verso la capitale. Così, le autorità iraniane sono state costrette a dichiarare di non avere alcuna informazione sulle condizioni di Raisi. A confermarlo, il ministro dell’Interno Ahmad Vahidi, citato dai media locali, aggiungendo che le squadre di soccorso erano ancora in viaggio verso il luogo dell’incidente a causa delle difficili condizioni meteorologiche.

Perché è cambiata la narrazione di Teheran sulle sorti del presidente

Nel frattempo, la rete e il mondo social hanno dato il via alla loro sarabanda. Al di là dei post di scherno, i media iraniani hanno pubblicato una foto che mostra il presidente, in piedi, apparentemente illeso, con alle spalle il velivolo incidentato. Anche l’agenzia Mehr conferma che Raisi e la delegazione che l’accompagnava stanno proseguendo il viaggio via terra in direzione di Tabruz.

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I soccorsi in azione nell’area dell’incidente

Passate le 16.00, ora italiana, non è più chiaro perché anche la narrazione di Teheran muta. Le sorti di Raisi diventano incerte, Teheran si divide tra centinaia di persone riunite in preghiera e qualche timido fuoco d’artificio documentato su X. Nel frattempo, si diffonde la notizia di una ventina di squadre di soccorso inviate verso il luogo dell’incidente, che dovranno combattere con nebbia e cattivo tempo. Ma soprattutto con altre poche ore di luce. Le autorità iraniane confermano di non avere ancora alcuna informazione sulle condizioni del presidente, dopo che le comunicazioni con l’elicottero sono state perse a causa del maltempo. Le squadre di soccorso si sono concentrate soprattutto in una zona montuosa, nell’area della foresta di Dizmar, tra i villaggi di Uzi e Pir Dawood.

A riportarlo, ancora una volta, l’agenzia Irna, citando le testimonianze degli abitanti dei villaggi della zona che hanno riferito di un grande boato e di aver sentite voci nell’area. Le oltre 20 squadre di soccorso, una volta nella zona, con droni e cani addestrati alla ricerca, hanno iniziato la loro estenuante ricerca in una zona impervia e in codizioni meteo complesse. Sono quasi le 17.00 in Italia quando i media iraniani (Mehr per prima) cancellano la notizia secondo cui il presidente Raisi sta bene e sta viaggiando con un corteo di automobili verso Tabriz. I media nazionali iniziano a chiedere di pregare per il presidente. Le squadre di soccorso diventano 40. Si diffonde la voce, poi smentita da Teheran, che l’ayatollah Ali Khamenei stia tenendo una riunione d’urgenza con il Consiglio di Sicurezza del Paese.

Il circo delle notizie su Raisi: che succede?

Poco dopo le 17.30, le squadre di soccorso iraniane hanno raggiunto l’area dove l’elicottero del presidente iraniano ha effettuato un atterraggio di emergenza. Ma causa della mancanza di strade nell’area montuosa boscosa e delle condizioni meteorologiche sfavorevoli, inclusa la forte nebbia, le operazioni di ricerca e salvataggio subiscono rallentamenti. “È stato inviato un elicottero di emergenza, ma non è riuscito ad atterrare a causa della forte nebbia ed è stato costretto a tornare“, ha riferito l’agenzia di stampa Irna citando un funzionario di Teheran.

Nel tardo pomeriggio, se da Israele Channel 12 conferma la morte di Raisi, una delle squadre di ricerca e soccorso avrebbe raggiunto il luogo del violento atterraggio dell’elicottero con a bordo il presidente iraniano, secondo quanto riportato dal quotidiano Teheran Times, citando il capo della Mezzaluna rossa iraniana.

Poco dopo le 19.30, a causa dell’oscurità, sono state interrotte le operazioni di ricerca aerea dell’elicottero. Lo ha annunciato Babak Yektaparast, portavoce dell’organizzazione dei servizi di emergenza. “Purtroppo non è più possibile continuare le operazioni aeree a causa dell’intensa nebbia in tutta la regione“, ha detto, aggiungendo che sono state inviate altre ambulanze a Tabriz.

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Le preghiere per Raisi per le vie di Teheran

Pochi minuti dopo, l’annuncio choc: sono stati stabiliti i contatti con due persone che erano a bordo con Raisi, secondo il vice presidente della Repubblica islamica per gli Affari esecutivi, Mohsen Mansouri. Non solo, ma i soccorritori avrebbero ritrovato l’elicottero. Lo ha riferito la tv di Stato iraniana, senza dare informazioni sulle condizioni delle persone a bordo. Notizia immediatamente smentita dalla Mezzaluna rossa: saranno necessarie almeno 3 ore per raggiungere il presunto luogo dell’impatto.

Non sono reali“. Così il comandante dei Guardiani della Rivoluzione, Hossein Salami, ha definito le notizie, circolate nelle scorse ore, secondo cui erano stati stabiliti i contatti con due persone che erano a bordo dell’elicottero con a bordo il presidente iraniano. ll comandante in capo dei pasdaran è arrivato nella zona dove si è schiantato l’elicottero. Salami è ora a capo delle operazioni di ricerca e salvataggio. Secondo i media statali, è stata costituita una squadra di gestione della crisi composta dai comandanti dell’IRGC, dai ministri, dal primo vicepresidente e dai funzionari locali.

Ora è il governo di Teheran a cercare con le proprie mani il presidente disperso.

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