Allarme in Iran per il presidente Ebrahim Raisi. I media statali hanno riferito che l’elicottero su cui stava viaggiando il capo del governo di Teheran è stato coinvolto in un “incidente”. Oltre a lui, sul velivolo si trovavano anche l’imam di Tabriz Mohammad Ali Al Hashem, il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian, il governatore della regione dell’Azerbaigian orientale Malik Rahmati, pilota e copilota, il capo della squadra di protezione e una delle guardie. La televisione di Stato iraniana ha dichiarato che al momento “non è possibile confermare che alcuno dei passeggeri sia rimasto ferito o ucciso“.
In tarda serata, la Mezzaluna Rossa ha dichiarato che il velivolo non è stato ancora trovato, smentendo le affermazioni fatte dal comandante delle forze armate della provincia dell’Azerbaigian orientale che, attorono alle 21:30 italiane, aveva riferito che il punto esatto dello schianto dell’elicottero era stato identificato grazie alla ricezioni di un segnale del mezzo e del cellulare di una delle persone che si trovavano a bordo. L’agenzia Tasnim ha comunicato che anche il capo dei pasdaran Hossein Salami si è recato sul posto, ha partecipato a una riunione d’emergenza sulla gestione della crisi e ha smentito il fatto che siano stati stabiliti i contatti con due persone che erano a bordo dell’elicottero.
Le 40 squadre di soccorritori inviate sul luogo hanno raggiunto l’area e hanno iniziato le operazioni di ricerca con droni e cani addestrati nella foresta di Dizmar, nonostante le difficoltà dovute alle condizioni metereologiche avverse. Attorno alle 20.20 italiane, la televisione di Stato iraniana ha riferito che il relitto dell’elicottero è stato trovato, ma la Mezzaluna Rossa ha smentito. Il ministero degli Interni ha anche precisato che le squadre di soccorso non sono ancora arrivate nel punto dell’impatto a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Sul posto sono state inviate anche otto ambulanze e il capo di Stato maggiore dell’esercito Mohammad Bagheri ha detto che tutte le risorse militari del Paese saranno utilizzate per le operazioni di ricerca e soccorso. Il governo iracheno, inoltre, ha incaricato il ministro degli Interni, la Mezzaluna rossa e altre agenzie di offrire il loro aiuto. In più, su richiesta del governo di Teheran l’Unione europea ha attivato il servizio di mappatura satellitare di risposta rapida di Copernicus.
Non vi sono ancora informazioni certe riguardo alle condizioni di Raisi e degli altri funzionari. Secondo una fonte iraniana citata da Reuters, le loro vite “sono a rischio“. Il titolare degli Interni Ahmad Vahidi ha affermato che non hanno ancora notizie sullo stato di salute del presidente. L’agenzia Fars ha chiesto di “pregare“, mentre l’emittente israeliano Channel 12 ha riportato che, secondo non meglio precisate “fonti occidentali”, Raisi “non è sopravvissuto“. Alcuni cittadini iraniani hanno accolto con goia la notizia dell’incidente. Diversi video emersi sui social network in cui si vedono fuochi d’artificio sparati dalle abitazioni degli abitanti della Repubblica islamica che festeggiano per la possibile morte del presidente Raisi. In uno di questi filmati, una voce dice “Spero che gli altri muoiano allo stesso modo“.
In precedenza, il media Mehr aveva scritto che Raisi e la sua delegazione erano illesi e che stavano proseguendo il loro viaggio via terra in direzione di Tabriz, ma la nota è stata rimossa. Diversi media iraniani hanno pubblicato foto del presidente che non sembra aver riportato ferite, ma viste le numerose dichiarazioni delle autorità di Teheran vi sono dubbi riguardo al fatto che siano state scattate dopo l’incidente. Era stata anche diffusa la notizia della convocazione di una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza nazionale presieduta dall’ayatollah Ali Khamenei, ma il Teheran Times ha smentito. L’agenzia di stampa Irna ha poi confermato la notizia, affermando che il vertice è stato guidato dal vicepresidente Mohammad Mokhber. La guida suprema della Repubblica islamica, invece, durante un incontro con le famiglie dei pasdaran si è agurato che “Dio riporti l’onorevole presidente e i suoi compagni tra le braccia della nazione. Tutti dovrebbero pregare per la salute di questo gruppo di servitori. Se il popolo iraniano non si preoccupa, non ci saranno interruzioni nel lavoro del Paese“.
Crash reported for helicopter carrying President Raisi in #Iran’s northwesthttps://t.co/fwcLdcGP54 pic.twitter.com/twuXcVxUk5
— IRNA News Agency (@IrnaEnglish) May 19, 2024
La comunità internazionale sta seguendo da vicino gli sviluppi della vicenda. Il presidente americano Joe Biden è stato convocato per un briefing alla Casa Bianca e anche le autorità italiane tengono gli occhi puntati su Teheran. “Sto seguendo dal pomeriggio, insieme al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ho tenuto aggiornato, gli sviluppi dell’incidente dell’elicottero con a bordo Presidente e Ministro Esteri iraniani. Monitoriamo situazione insieme ad unità di di crisi e ambasciata a Teheran“, ha dichiarato il capo della Farnesina Antonio Tajani. Il premier Meloni ha anche convocato nella mattinata di lunedì 20 maggio una riunione a Palazzo Chigi dei ministri di Esteri, Difesa e Interni, il sottosegretario Alfredo Mantovano e i servizi.
Stando a quanto dichiarato dalla televisione di Stato, l’elicottero avrebbe effettuato un “atterraggio di emergenza” vicino a Jolfa, una città al confine con l’Azerbaigian a circa 600 chilometri dalla capitale. In mattina, Raisi aveva inaugurato una diga proprio nel Paese caucasico assieme al leader di Baku Ilham Aliyev. Le informazioni che arrivano dalla Repubblica islamica sono frammentarie, ma pare che il velivolo sia stato costretto ad atterrare a causa delle forti piogge e del vento. L’Iran possiede una varietà di elicotteri, ma molti sono modelli vecchi e le sanzioni internazionali rendono difficile il reperimento di pezzi di ricambio. Anche la loro flotta militare è composta da mezzi risalenti a prima della rivoluzione del 1979. Lo stesso vale per i loro aerei da guerra, di cui pochi sono operativi.
Il 63enne Ebrahim Raisi fa parte dell’ala conservatrice del mondo politico iraniano e in passato a guidato la magistratura del Paese. In molti lo considerano un protetto dell’ayatollah Ali Khamenei e, secondo diversi analisti, in futuro potrebbe sostituirlo. Ha vinto le elezioni del 2021, durante le quali è stata registrata l’affluenza più bassa nella storia della Repubblica islamica, ed è un bersaglio delle sanzioni degli Stati Uniti per via del suo coinvolgimento nell’esecuzione di massa di migliaia di prigionieri politici dopo la fine della guerra tra Iran e Iraq (1988). Durante i suoi anni di governo, il Paese ha proseguito il processo di arricchimento dell’uranio per uso bellico e ha ostacolato le ispezioni internazionali. Sempre a livello interno, il governo iraniano ha represso nel sangue le proteste degli studenti scoppiate in seguito alla morte di Masha Amini.
Teheran, inoltre, ha dato un sostegno fondamentale alla Russia nella guerra contro l’Ucraina inviando migliaia di droni kamikaze Shahed e, ad aprile, ha lanciato un massiccio attacco contro Israele in risposta all’uccisione di ufficiali dei pasdaran a Damasco.
Raisi ha anche continuato ad armare e finanziare una serie di gruppi terroristici in Medio Oriente come i ribelli Houthi dello Yemen e gli Hezbollah libanesi, parte della rete di proxy con cui l’Iran estende la sua influenza in tutta la regione.