Il Gruppo Stellantis si “scontra” ancora una volta con le autorità italiane: questa volta i protagonisti della vicenda sono la Fiat Topolino, quadriciclo leggero recentemente lanciato sul mercato, l’Agenzia delle Dogane e la Guardia di Finanza.
Fiat Topolino, il tricolore incriminato
Quest’utima, lo scorso 15 maggio, ha sequestrato un lotto di 134 unità della piccola Fiat al Porto di Livorno. Le vetture incriminate, che sono costruite in Marocco, sfoggiano il tricolore italiano sulla portiera o, nella versine Dolcevita priva porte, sulla fiancata. Questo dettaglio, secondo quanto riportato nel verbale trasmesso ai giudici, “è una probabile funzione decettiva di tali segni, quindi ingannevole, che porterebbero il consumatore a ritenere che la produzione dei suddetti beni sia avvenuta in Italia”. La GdF ha inoltre sottolineato che sulle Fiat Topolino non si trova nessuna indicazione relativa al reale Paese di produzione, ovvero l’impianto Stellantis di Kenitra, situato nel nord del Marocco.
La possibile soluzione
Di conseguenza, il suddetto lotto è stato sequestrato e successivamente consegnato in custodia ad un rappresentate di Stellantis, in attesa che le autorità preposte si pronuncino sulla validità del sequestro. Nel frattempo, il Gruppo Stellantis ha rilasciato una nota ufficiale in cui dichiara: “l’adesivo in questione aveva la sola finalità di indicare l’origine imprenditoriale del prodotto, perché il design della Fiat Topolino si rifà ad un’auto storica per Fiat sin dal 1936, è stato ideato e sviluppato a Torino da un team di professionisti del Centro Stile FIAT di Stellantis Europe S.p.A., società italiana”. Tra le possibili soluzioni, già accettate da Stellantis, ci sarebbe la possibilità di rimuovere gli adesivi previa autorizzazione delle Autorità.
Il precedente
Ricordiamo che solo poche settimane fa abbiamo assistito ad una diaspora tra Stellantis e il Ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, sulla ex Alfa Romeo Milano: il nuovo SUV ha dovuto infatti cambiare nome in “Junior” perchè prodotto in Polonia e non nel nostro Paese.