Fisioterapista ucciso a Bari, arrestato il presunto assassino

Omicidio del fisioterapista, arrestato padre di una paziente. "Ucciso per vendetta"

C’è una svolta nelle indagini sull’omicidio di Mauro Di Giacomo, il fisioterapista di 63 anni ucciso a Bari la sera del 18 dicembre 2022 mentre stava rientrando a casa. All’alba di questa mattina, gli agenti della Polizia di Stato hanno arrestato con l’accusa di omicidio aggravato da premeditazione e crudeltà un 59enne di Canosa di Puglia, Salvatore Vassalli. Secondo gli investigatori, l’uomo serbava rancore nei confronti del noto professionista per un trattamento ritenuto inadeguato a cui si era sottoposta una delle sue figlie. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari Nicola Bonante su richiesta della Procura della Repubblica.

L’omicidio

Mauro Di Giacomo venne ucciso in via Tauro, nel quartiere Poggiofranco del capoluogo pugliese, a pochi passi dalla sua abitazione. Il killer, incappucciato, lo avvicinò nel parcheggio dove il fisioterapista aveva appena lasciato l’auto. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, sulla scorta delle testimonianze acquisite in questi mesi, tra i due uomini ci fu una discussione dai toni molto accesi, poi l’assassino tirò fuori una pistola calibro 7.65 e sparò al 63enne. I sette colpi, di cui tre andati a segno, furono esplosi a distanza ravvicinata.

Il movente della vendetta

In questi mesi gli investigatori della Squadra Mobile di Bari hanno vagliato diverse piste, compresa quella sentimentale o passionale, fino ad arrivare all’ipotesi della vendetta di un paziente. Dalle indagini è emerso che, il 5 settembre del 2019, una delle figlie di Vassalli si era sottoposta a una seduta con Di Giacomo in seguito a uno strappo muscolare al fianco destro che si era procurata durante il trasloco. Quella manovra le avrebbe provocato uno shock midollare e per questo era stata intentata una causa civile, pendente davanti al tribunale di Trani, nei confronti del fisioterapista.

Le indagini sulla vettura

Decisiva ai fini dell’indagine è stata la testimonianza di un minore che ha raccontato di aver visto il presunto assassino dileguarsi dal luogo del delitto a bordo di una vettura di colore nero. L’auto, una Hyundai i10, è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza puntate in via Tauro, nei pressi dell’abitazione della vittima. A quel punto la Squadra Mobile La Squadra mobile ha cercato tutte le automobili di quel tipo immatricolate a Bari, arrivando ad avere un elenco di 145 vetture. Solo due sono risultate “perfettamente compatibili con quella usata dall’omicida“, si legge nell’ordinanza. Una intestata a una donna, che la sera del delitto era parcheggiata a Valenzano, comune del Barese, e l’altra in via Tauro, “prima e dopo l’omicidio“, appartenente a Vassalli.

I tabulati telefonici

Durante le indagini, sono stati acquisiti anche i tabulati telefonici da cui è emerso che la “sera dell’omicidio Vassalli era a Bari“. Per il gip il 59enne si è “procurato una pistola clandestina, dimostrando lucidità nel garantirsi un’arma che rendesse difficoltoso se non impossibile ricondurla a lui, ha mantenuto e attuato l’ideazione criminosa incubata per tutto il tragitto che va da Canosa di Puglia, lo ha condotto nel parcheggio di via Tauro a Bari, percorribile in non meno un’ora di strada, dove ha atteso che Di Giacomo giungesse, tendendogli quello che assomiglia a un vero e proprio agguato, senza mai alcun tentennamento o ripensamento“. Secondo il giudice, l’indagato ha dimostrato “freddezza, la lucidità e l’assoluta assenza di sentimenti di resipiscenza, anzi il crescendo di ferocia” che “costituiscono preoccupanti indici correlati al rischio di recidiva“.

Il ricordo del fisioterapista

Mauro Di Giacomo era una professionista molto benvoluto e stimato. Lo testimoniano i numerosi messaggi di cordoglio condivisi sui social dai suoi allievi. “Hai influenzato intere generazioni di fisioterapisti, molti dei quali hanno seguito le tue orme diventando osteopati, spinti solo dalla passione infusa da te. – si legge in un post – Non c’è ambizione più grande per un essere umano, se non quella di lasciare una impronta indelebile, e tu l’hai decisamente fatto. Oggi ti salutiamo, ma vivrai sempre nelle nostre mani, in ogni trattamento che faremo, quello che siamo lo dobbiamo anche a te.

Ciao Mauro Di Giacomo, ciao maestro, non ti dimenticheremo mai“.

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