“Good Guys in Bad Lands”. Sono i bravi ragazzi nelle cattive terre. Quelle dove si combatte e talvolta si muore. Ma non solo: “Good Guys in Bad Lands” è un’organizzazione no profit internazionale costituita da militari e da a agenti delle forze di polizia provenienti da tutto il mondo che si dedicano al mutuo soccorso, a commemorare e onorare senza distinzione di nazionalità o bandiera tutti i militari caduti durante le missioni operative di pace e degli agenti feriti o uccisi in servizio. Fondata nel 2011 da Rocco Pacella, un soldato italiano con esperienza diretta sul campo, l’associazione è stata motivata dalla mancanza di consapevolezza e di rispetto nei confronti dei sacrifici compiuti dai militari e dagli operatori di polizia in patria e all’estero, rispetto alla percezione dei propri uomini negli Stati Uniti.
Pacella racconta che, durante il suo servizio, ha spesso notato una disparità nel modo in cui le persone in Italia percepivano la realtà delle missioni all’estero rispetto agli Stati Uniti dove c’era (e c’è ancora) una forte cultura di rispetto e gratitudine verso tutti gli operatori e, soprattutto, una memoria di riconoscenza sempre viva per tutti i caduti in servizio. È stato questo divario di percezione che ha spinto Pacella a fondare “Good Guys A.P.S.”, la prima ed unica associazione europea di questo tipo. Tra i suoi obiettivi, educare e sensibilizzare il pubblico sulla vita e sul lavoro dei militari raccontando, da un punto di vista diretto, storie e vicissitudini del servizio prestato in zone di conflitto e non.
L’associazione ha rapidamente cresciuto il suo seguito tramite i canali social dedicati ai militari di tutto il mondo. Il logo dell’associazione, un teschio con delle ali e due spade incrociate, è diventato un simbolo internazionale del servizio prestato, un simbolo identitario dei Brothers in Arms, Fratelli in Armi, che manifesta in forma tangibile valori comuni di fratellanza, solidarietà e mutuo soccorso nel vivo ricordo di tutti i militari e di tutti gli operatori caduti a causa del servizio prestato indossando una divisa. La patch con questo simbolo è stata indossata da oltre 10mila operatori provenienti da oltre 50 Paesi diversi, un segno tangibile dell’ampio sostegno e della condivisione di valori tra i membri dell’associazione o semplici simpatizzanti di appartenere ad una comunità ben definita di sostegno reciproco.
Oltre a sensibilizzare il pubblico sulla realtà dei militari in zone di conflitto, “Good Guys A.P.S” si impegna attivamente nel supportare gli operatori feriti in servizio, i veterani e le famiglie, onorando da sempre tutti i militari caduti. L’associazione organizza raccolte fondi, commemorazioni e altre iniziative di interesse per offrire assistenza e sostegno a coloro che hanno sacrificato tanto per il loro Paese.
Una delle principali missioni di “Good Guys in Bad Lands” è promuovere nei cittadini un senso consapevole di gratitudine nei confronti degli operatori e del sacrificio costante del servizio prestato in favore della comunità raccontare e raccontarsi.
Un obiettivo ambizioso è il riconoscimento di “Good Guys in Bad Lands” come associazione d’arma, accreditata nelle Forze Armate italiane; l’associazione si mobilita per promuovere l’estensione della figura del veterano nelle forze armate oggi figura riconosciuta come una sorta di esclusività per i soli soldati feriti in servizio ma di estenderla in favore di tutti quei servitori dello Stato che hanno prestato servizio nei teatri operativi, promuovendo con una proposta di legge anche l’istituzione dell’Ordine al Merito del Veterano.
Pacella e il suo team ritengono che sia fondamentale garantire il giusto riconoscimento da parte della collettività italiana il doveroso riconoscimento di questo “grazie del vostro servizio” a supporto dei veterani che hanno servito il proprio Paese con dedizione e sacrificio, come avviene peraltro nel resto del mondo. Inoltre, l’associazione si impegna a preservare la memoria di coloro che hanno perso la vita durante il servizio prestato nelle missioni di pace, assicurandosi che il loro sacrificio non venga dimenticato e che la loro eredità continui a ispirare e a guidare le future generazioni di militari e cittadini.
In conclusione, “Good Guys in Bad Lands” rappresenta un tributo vivo ai militari italiani caduti in Afghanistan e di tutte le missioni dove i nostri soldati non hanno mai più fatto ritorno a casa, un ponte tra passato e presente, un faro di speranza e di sostegno per coloro che continuano a servire con coraggio e dedizione il loro Paese in silenzio. Brothers in Arms.
Nessuno rimane indietro.