Riflettori puntati sulla finalissima dell’Eurovison Song Contest prevista per questa sera dalla Malmo Arena in Svezia. A poche ore del grande evento musicale, continuano le polemiche che fanno della kermesse un luogo di dibattito politico. Così, è di pochi minuti fa, la notizia del ritiro dalla trasmissione della cantante norvegese di origine italiana Alessandra Mele, che avrebbe dovuto essere la ‘spokeperson’ per la Norvegia alla finale di Eurovision.
Il ritiro di Alessandra Mele
La cantante ha denunciato le azioni di Israele (paese in gara con la cantante Eden Golan) nella Striscia di Gaza: “E’ in atto un genocidio. Aprite gli occhi. Aprite i cuori. Lasciate che il cuore vi porti alla verità”, ha affermato Alessandra Mele (21 anni), in un video diffuso su Instagram. E ancora: Il motto di Eurovision “Uniti nella musica”, ha aggiunto, è la ragione per cui è diventata musicista. “Ma in questo momento – ha concluso – queste parole sono vuote”.
Alessandra Mele aveva partecipato all’Eurovision lo scorso anno, classificando al quinto posto con Queens of Kings. A Malmo – la città che si prepara da mesi per ospitare l’evento – si è svolta una riunione di emergenza e la presentatrice, Ingvild Helljesen, dell’emittente televisiva Nrk, dovrebbe prendere il posto di Alessandra che ha disertato. Come se non bastasse, in segno di protesta, i rappresentanti di Irlanda, Svizzera e Grecia non hanno preso parte alle prove.
Israele con Eden Golan in finale tra le polemiche
Nella semifinale di giovedì 9 maggio, Eden Golan nel corso della sua performance è stata fischiata dal pubblico in sala. Tuttavia, non era la prima volta per la cantante che già durante le prove aveva dovuto fronteggiare la manifestazione del pubblico, legata non alla sua esibizione, ma al contesto internazionale che vede Israele (il suo Paese) in conflitto con la Palestina.
Immancabili le polemiche per la presenza di Israele all’Eurovision dal momento che, peraltro, all’interno della Malmo Arena non è stato concesso portare bandiere palestinesi nel rispetto dello spirito apocalittico della manifestazione.
“Stai gareggiando con successo di fronte a una brutta ondata di antisemitismo e stai resistendo a tutto questo rappresentando lo Stato di Israele con grande onore”, ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un video messaggio prima di aggiungere: “Quando ti ‘fischiano’, noi gridiamo ‘evviva’ per te”.