22 identità in 22 anni: così l’accoltellatore marocchino ha ingannato l’Italia

22 identità in 22 anni: così l'accoltellatore marocchino ha ingannato l'Italia

Ancora non si sa quando Hasan Hamis, l’uomo che ha ridotto in fin di vita il poliziotto alla stazione di Lambrate, sia entrato in Italia. Quel che è certo è che la prima foto-segnalazione risale al dicembre 2022: sono passati oltre 21 anni, che Hamis ha trascorso in totale clandestinità, senza mai lasciare il nostro Paese. Questo nonostante le innumerevoli condanne e i passaggi in carcere. Hamis, durante i controlli di polizia ha spesso fornito false identità per eludere i controlli ed è arrivato a fingersi egiziano ma anche palestinese e israeliano. E al di là di questo caso limite, questa è una pratica frequente per tali soggetti, che popolano le strade delle nostre città senza documenti e dei quali l’Italia non può sapere nulla. È il rischio di far entrare persone illegalmente senza avere adeguati strumenti per contrastarli.

Il primo ordine di espulsione per Hamis risale al 2004 ed è stato firmato dal prefetto di Napoli, il secondo è del 2012, il terzo del 2023 da parte del prefetto di Avellino. Il marocchino ha sempre vissuto in Campania, spostandosi tra le varie province, e quello della scorsa sera era il primo avvistamento in Lombardia. Pochi giorni prima era stato segnalato, e denunciato, a Bologna, per aver minacciato alcuni passeggeri di un treno Italo con un rasoio. Tra il 2012 e il 2023 ha effettuato anche diversi passaggi in carcere tra Napoli e Avellino e a suo carico esistono precedenti per rapina, lesioni, sequestro, droga, resistenza a pubblico ufficiale. Nel 2021, la prefettura irpina avvia concretamente le pratiche di espulsione per l’uomo e si mette in contatto con il consolato marocchino.

Per avviare le pratiche di rimpatrio, infatti, è necessario che il Paese di origine ne riconosca l’identità e la nazionalità. Ma come spesso accade in questi casi, da Rabat non si hanno risposte. La stessa prefettura ci riprova nel 2023, dopo che l’uomo ha scontato 3 anni in carcere, ma non si riesce a dare seguito. Nei Cpr non ci sono posti liberi e l’uomo, già con la connotazione di soggetto pericoloso, resta libero, con il solito ordine di espulsione in tasca. Questa è una circostanza purtroppo frequente nel nostro Paese, dove ci sono sempre più irregolari e dove le procedure burocratiche di espulsione sono farraginose.

Il governo sta lavorando per stringere le maglie snellire le pratiche, cercando anche la collaborazione dei Paesi di provenienza: è anche con questo fine che si svolgono i frequenti viaggi di Meloni in nord Africa per incontrare i suoi omologhi e i presidenti. In quest’ottica, qualche giorno è in Gazzetta Ufficiale l’elenco aggiornato dei Paesi sicuri per i rimpatri, nei quali ora c’è anche l’Egitto. Ed è egiziano l’uomo che ha cercato di ferire con le pietre gli agenti in stazione Centrale la notte tra giovedì e venerdì, 24 ore dopo il caso di Lambrate.

L’agente della Polfer che ha sparato, colpendo l’egiziano alla spalla per neutralizzarlo, è ora sotto indagine da parte della procura di Milano per lesioni pluriaggravate.

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