Sala “preoccupatissimo” per le inchieste ma il governo lancia una boa “salva-Milano”

Sala "preoccupatissimo" per le inchieste ma il governo lancia una boa "salva-Milano"

Nove inchieste già aperte dalla Procura di Milano con almeno una ventina di funzionari comunali raggiunti da avvisi di garanzia. E gli investigatori hanno acquisito documenti su altre decine (per non dire centinaia) di casi edilizi che presentano gli stessi profili. L’urbanistica milanese è bloccata. Il sindaco Beppe Sala che cinque mesi fa, dopo i primi fascicoli, si era detto «preoccupatissimo» ora definisce la situazione «estremamente complessa e apre a scenari che non riusciamo ancora a definire». Lunedì è scattato anche il primo sequestro preventivo di un cantiere, i pm negli atti hanno usato parole pesanti nei confronti dell’amministrazione»: «É stato violato l’abc dei principi costituzionali di legalità» li sintetizza. Sala continua a ribadire che «non si sta parlando di interessi personali ma di una diversa interpretazione delle regole urbanistiche, noi siamo convinti di averle applicate correttamente». Negli ultimi giorni la Procura ha allargato il perimetro alle cosiddette «convenzioni», il sospetto è che siano state siglate da costruttori o proprietari di terreni davanti ai notai con i singoli dirigenti su mandato fiduciario del sindaco, senza passare da giunta o Consiglio comunale. Un’altra bomba a orologeria. Con queste «interpretazioni» il Comune sta portando avanti interventi da oltre 10 anni. In questo clima gli operatori immobiliari sono in fuga, lo conferma il sindaco, «in parte stanno già decidendo che non si riesce a investire a Milano, stiamo registrando un calo fortissimo degli oneri». Quello che non dice è che pure il collega sindaco Pd Roberto Gualtieri (che tra i suoi consulenti dal 2022 ha l’ex capo della Procura di Milano Francesco Greco, una garanzia) da mesi sta cercando di attirare da Milano a Roma i fondi esteri. Sono preoccupati la presidente di Assimpredil-Ance Regina De Albertis, che raccoglie ogni giorno l’allarme dei costruttori, il patron di Coima Manfredi Catella, il presidente di Aspesi-Unione Immobiliare Federico Oriana che chiede di «confermare la legittimità delle procedure adottate, per evitare danni irreversibili a cittadini e imprese».

É la boa che il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini sta lanciando a Sala. Entro fine maggio sarà approvato il nuovo Piano Casa con all’interno una norma «salva Milano»: «Non entro nel merito della questione fra Procura e Comune ma voglio che centinaia di famiglie che rischiano di essere cacciate di casa per problemi giuridici e burocratici siano tranquille». Il sottosegretario leghista alla Presidenza del Consiglio Alessandro Morelli conferma l’intento: «Lavoriamo per salvaguardare chi ha acquistato casa e si trova in stato di abuso edilizio che comporta confisca o demolizione». Non nasconde che a Milano «abbiano creato un modello Frankestein prendendo spunto da varie norme a favore della deregolamentazione.

E Sala non portando decine di atti in giunta ha lasciato tutta la responsabilità in capo ai funzionari».

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