È iniziata la cavalcata elettorale dei candidati alle prossime elezioni europee, che in Italia si terranno tra l’8 e il giugno. Tutti i partiti hanno depositato simboli e liste ed è iniziata la campagna per recuperare quanti più voti possibili per i singoli e i partiti. Molti sono i nomi di richiamo negli elenchi dei partiti e dopo alcuni mesi di indecisione, Roberto Vannacci ha scelto di correre per un seggio a Bruxelles sotto le insegne della Lega. Il generale ha già presenziato a diversi eventi, alcuni dei quali al fianco di Matteo Salvini, e non manca di apparire in tv e di rilasciare interviste a quotidiani e rotocalchi.
A pochi mesi di distanza, le parole di Vannacci sono tornate sul settimanale Chi, che gli ha riservato una lunga intervista che sarà in edicola con il numero in uscita domani. Il generale sta attirando a sé l’attenzione di molti e con questa anche molte critiche per le sue posizioni e le sue esternazioni, che lui rivendica e dalle quali non fa passi indietro. “Quali sono i valori dell’antifascismo? Libertà e democrazia. Io li ho difesi sul campo di battaglia e nessuno di coloro che mi giudicano era al mio fianco a fare la stessa cosa, rischiando la vita“, ha dichiarato al settimanale. Nei giorni scorsi sono state diverse le manifestazioni che si sono susseguite contro Vannacci nelle città in cui ha presentato il suo nuovo libro. A Cremona, a pochi giorni dall’evento, gli è stato anche negato lo spazio in quanto il gestore non riteneva fosse possibile garantire la sicurezza. A guidare le rivolte sempre i soliti collettivi e centri sociali con le bandiere dell’antifascismo, che accusano Vannacci, e chi come lui la pensa diversamente da loro, di essere fascista.
“Se verrò eletto, mi trasferirò con mia moglie e le nostre due figlie a Bruxelles, farò l’eurodeputato a tempo pieno e mi adopererò al massimo perché torni la pace. Non mi dimetterò dall’esercito: resto un soldato“, ha proseguito il generale, mettendo in chiaro che quella divisa non la vuole togliere. Per gran parte della vita, Vannacci è stato, ed è tutt’ora, un uomo al servizio della difesa dello Stato. Ha operato molti anni sul campo e ora è stato affidato a ruoli d’ufficio e non intende dismettere le stellette.
Nell’intervista a Chi ha avuto anche modo di tornare sulla polemica per le classi separate per i disabili: “Il mio amico d’infanzia Norberto De Angelis, ex campione di football americano ora disabile, si è subito detto d’accordo con me perché vive tutto sulla sua pelle e perché ha capito quello che intendevo dire riguardo il fatto che, essendo più fragili, hanno bisogno di maggiori attenzioni“.