A distanza di tre giorni dall’incendio alla Diehl Metal Applications di Lichterfelde, la fabbrica tedesca che produce i sofisticati sistemi di difesa aerea, tra cui il celebre Iris-T destinato all’esercito ucraino, la Germania si interroga se dietro al dolo si nasconda la mano di Mosca. Lo scorso 16 aprile Thomas Haldenwang, capo dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione, aveva parlato di «un aumento esponenziale del rischio di sabotaggio di stampo russo. I servizi d’intelligence ci hanno comunicato che Mosca sta prendendo in considerazione operazioni con alto potenziale di causare danni ai Paesi europei».
Proprio in Germania erano finite in manette, nella città bavarese di Bayreuth, due spie di Mosca con doppia cittadinanza. Alla fine di aprile, nel Regno Unito, sono stati fermati due uomini per aver appiccato il fuoco a un hub di armi destinate a Kiev. In Svezia si sta indagando su una serie di incidenti ferroviari che Stoccolma considera dolosi e messi in atto con il sostegno di uno Stato straniero. Nella Repubblica Ceca agenti russi hanno cercato di disattivare i sistemi di segnalamento di un segmento ferroviario destinato al trasporto militare. Rischi di sabotaggio sono stati evidenziati anche dal Dgse, gli 007 della difesa francese.
Tutte queste informazioni vengono rilanciate dal Financial Times che ha rivelato come i servizi segreti dei Paesi Ue abbiano allertato i rispettivi esecutivi. Tra gli atti specifici di violenza e sabotaggio vengono elencati esplosioni, incendi dolosi e danni materiali a infrastrutture. Le autorità russe sarebbero pronte ad agire sia in modo indipendente che attraverso intermediari, con noncuranza dei civili. Nel dossier viene indicata «la presenza di agenti del Cremlino, che hanno già condotto operazioni sotto copertura nell’Ue per anni, e ora pronti ad entrare in azione con grande aggressività».
L’attenzione del conflitto è invece concentrata nel Donbass, dove i russi legittimano la conquista di Ocheretyne, continuano ad avanzare nei territori tra Avdiivka e Chasov Yar (dove vengono ammassati 25mila soldati), spingendosi verso Krasnohorivka e Novopavlivka. Secondo Sergey Kirichenko, ex capo di stato maggiore ucraino, Mosca starebbe fiaccando le truppe di Kiev per poi sferrare un attacco decisivo con 120mila riservisti che raggiungerebbero l’area di guerra entro giugno. La situazione è drammatica a Kharkiv, dove ieri una ventina di persone sono rimaste ferite dopo un attacco in pieno centro. Da fine aprile, le truppe russe hanno sganciato bombe guidate su Kharkiv quasi ogni giorno. Il sindaco della città, Ihor Terekhov, ha dichiarato che a seguito dei bombardamenti, «quasi tutte le infrastrutture energetiche sono state distrutte». Il piano di Mosca è rendere Kharkiv inabitabile per i civili, trasformandola in una nuova Mariupol. Secondo l’esercito ucraino, la Russia ha lanciato dozzine di missili nordcoreani da inizio anno. Analizzando i componenti, è emerso che parti elettroniche provengono da Usa ed Europa. Pyongyang si sarebbe procurata illegalmente i componenti, assemblando i missili per poi inviarli a Mosca. La notizia del contrabbando avrà di sicuro strascichi diplomatici.
Nonostante la Pasqua ortodossa, i russi hanno bombardato la regione di Poltava, il Dnepr e la centrale termoelettrica di Sloviansk. A Berdyansk, un dipendente della locale «colonia correzionale» è rimasto ucciso nell’esplosione di un’auto. Era coinvolto nella tortura dei prigionieri. Un adolescente è morto nel Luhansk dopo aver calpestato una mina anti-uomo.
Kiev riceverà proiettili di artiglieria tedesca Rheinmetall, con una gittata di 100 km.