Il terrorismo negli ultimi anni è cambiato e lo ha confermato anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi durante la conferenza per il ventennale del Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (Casa). “Abbiamo sviluppato una particolare attenzione sul tema dei cosiddetti lupi solitari“, ha spiegato il titolare del Viminale durante il suo intervento, sottolineando che ora è questo “il problema principale rispetto al rischio maggiore di evidenze più estese di propaggini di organizzazioni terroristiche“.
Dati alla mano, Piantedosi ha aggiunto che l’Italia, dallo scorso 7 ottobre quando Hamas ha condotto l’attacco terroristico contro Israele, per il pericolo di terrorismo e radicalizzazione, 58 soggetti. “Sono stati tutti individuati proprio a seguito di attenti monitoraggi da parte delle forze di polizia e del comparto dell’intelligence attraverso un proficuo scambio di analisi e di informazioni“, ha proseguito, spiegando che dall’inizio dell’anno in corso “sono 31 i provvedimenti di questo tipo a fronte dei 77 dell’anno scorso“. Il comparto sicurezza italiano è costantemente in allerta, pronto a individuare potenziali e possibili pericoli, agendo in modo tale da prevenire possibili attentati nel Paese. I lupi solitari agiscono come schegge impazzite, non sono un’organizzazione che si muove secondo schemi, lasciando dietro di sé molte tracce. Per questo, evidenzia il titolare del Viminale, “è ancora più difficile intercettarli“.
Dal 7 ottobre l’Italia ha stretto ulteriormente le sue maglie e “abbiamo esteso le misure di prevenzione a 30mila obiettivi sensibili con 330 in forma fissa: dalla mappatura fatta risulta che il 10 per cento sono riconducibili a Israele“. Le manifestazioni di piazza sono un segno tangibile del clima che è cambiato, insieme ai tumulti nelle università da parte dei gruppo pro-Palestina. E il ministro anche in tal senso ha dati di notevole importanza: “Abbiamo calcolato che solo quelle riconducibili al conflitto tra Israele e Palestina sono state circa 1400 dal 7 ottobre. Di queste 1109 in solidarietà al popolo palestinese, e questo la dice lunga sul quale sia il sentiment a torto o a ragione. Solo 39 a sostegno dello Stato di Israele“.
A queste manifestazioni sono sempre presenti i collettivi studenteschi, che radicalizzano i sentimenti pro-Palestina in scuole superiori e università, supportati da associazioni di palestinesi e politiche extra-parlamentari. Un elemento non trascurabile, alla luce di un altro elemento emerso durante la conferenza tramite Diego Parente, presidente del Comitato di analisi strategica antiterrorismo: “Accanto alle minacce tradizionali di tipo religioso ce ne sono di nuove che si sono affacciate negli ultimi anni: penso ai movimenti antigovernativi e anche a quel fenomeno che abbiamo ribattezzato ‘Jihad bianca‘ che è caratterizzato da una commistione di contenuti jihadisti e suprematisti e che coinvolge ragazzi minorenni, in alcuni casi anche infra-14enni“.
E questa, nel prossimo futuro, sarà una delle sfide più grandi.