I temi chiave della campagna elettorale per le imminenti elezioni europee saranno diversi, dall’immigrazione alle politiche green passando per la guerra in Ucraina. Ed è proprio su quest’ultimo fronte che ieri sera a PiazzaPulita, programma in onda il giovedì su La7, si sono scontrate due visioni completamente differenti sul conflitto innescato dalla Russia: da una parte Carlo Calenda ha difeso le ragioni del supporto militare alla resistenza di Kiev; dall’altra Marco Tarquinio ha confermato la sua linea (che in queste settimane ha agitato una parte del Pd) e si è spinto fino a una provocazione che inevitabilmente ha rappresentato la scintilla per uno scontro di fuoco.
L’ex direttore di Avvenire, nella lista del Partito democratico per Bruxelles nella circoscrizione Centro, ha lamentato di essere vittima di attacchi da due anni e ha fornito una sua ricostruzione storica: ha fatto riferimento all’inizio della guerra nel 2014 “con un’invasione mascherata russa che lorsignori hanno fatto finta di non vedere perché dovevano fare affari con la Russia contro i Paesi arabi e musulmani“, poi ha parlato del “colpo di Stato” a Kiev. E così, dopo l’esperienza nei panni di giornalista, ha rivendicato la decisione di scendere in campo per provare ad avere una voce politica su quanto sta accadendo tra Ucraina e Russia.
“Sono stanco di vedere le guerre che cominciano e non finiscono mai“, ha aggiunto Tarquinio. Discorso condivisibile, ma c’è un aspetto che va rimarcato: chi è convinto della necessità di sostenere la resistenza di Kiev non può essere accusato di voler prolungare la guerra sulla pelle del popolo ucraino. Non a caso Calenda ha perso immediatamente le staffe e ha posto una domanda retorica in seguito alla tesi scontata e generica dell’ex direttore di Avvenire: “E noi siamo felici invece? Lei pensa che noi siamo felici?“.
La replica di Tarquinio non ha deluso le aspettative ed è rimasta fedele al copione secondo cui ci sarebbe un disegno di gioia e divertimento dietro il supporto a Kiev: “No no, voi siete entusiasti“. Un’affermazione che ha indispettito ulteriormente il leader di Azione, che non è riuscito a controllarsi e ha risposto per le rime alzando anche il tono della voce e animando sempre di più la discussione: “Entusiasti? Ma si vergogni. Entusiasti di che?“. L’ex ministro dello Sviluppo economico ha ricordato di essere stato in Ucraina e di aver visitato gli ospedali. “Non si permetta! Gli ucraini sono stanchi molto più di lei, combattono e lei li vuole disarmare“, è stata la bordata di Calenda. Niente male l’uscita di Tarquinio: sicuramente non farà altro che aumentare le perplessità di chi nel Partito democratico fin da subito aveva visto il suo profilo come divisivo e non opportuno per una candidatura alle elezioni europee. Elly Schlein sarà contenta..
.