Del Grignolino Gino Veronelli diceva «anarchico e testa balorda» per il suo carattere imprevedibile, ma anche «il più rosso dei vini bianchi e il più bianco dei vini rossi». Comunque un bicchiere che non può lasciare indifferenti, soprattutto se si pensa che fino a poche decine di anni fa era considerato il più nobile dei vini piemontesi, mentre il Barolo era ancora lontano da quella nobiltà che oggi lo ha stabilmente collocato ai vertici dell’enologia mondiale. La storia insegna che passare dalle stelle alle polveri è possibile e il Grignolino lo testimonia dopo essere transitato da super star e vino dei re a negletto dell’enologia piemontese in pochi anni. Colpa di scelte poco lungimiranti di molti produttori e di una difficoltà oggettiva nella vinificazione per i moltissimi vinaccioli, i tannini durissimi e la difficoltà nella coltivazione. Tuttavia la passione supera le difficoltà e negli ultimi tempi alcuni produttori hanno saputo svoltare, rilanciando uno dei vini più eleganti e adatti alla tavola. Tra le espressioni meglio riuscite del Grignolino, le due prodotte da quell’intellettuale del vino che è il milanese Guido Carlo Alleva (nella foto), che oltre a essere uno dei più affermati avvocati penalisti, guida con cura la sua Tenuta Santa Caterina a Grazzano Badoglio, vera perla del Monferrato Aleramico dal punto di vista architettonico (barocco piemontese), turistico (sei suites per raffinati clienti) ed enologico (Cantina emergente d’Italia per il Gambero Rosso nel 2020). L’Arlandino è un Grignolino fragrante che nasce da terreni bianchi e calcarei, speziato all’olfatto con note di rosa e violetta, ma scarico nel colore e affinato solo nell’acciaio, mentre il cugino Monferace è il Grignolino invecchiato, all’antica maniera, con 30 mesi in botti di rovere e 24 in bottiglia e vendemmia nei primi giorni di ottobre. I Grignolino di Tenuta Santa Caterina, un’azienda che ha fatto della sostenibilità il suo credo, a Milano si possono sorseggiare nel due stelle Michelin «Verso» dove il menù è un viaggio gastronomico che attraversa l’Italia con i piatti di Remo e Mario Capitaneo.
Sperimentare l’abbinamento del Grignolino con l’Agnello e peperoni di Senise in saor e melone invernale porterà direttamente a viaggiare con il gusto e la mente tra le colline del Monferrato.