Giorgia Meloni ha annunciato la sua discesa in campo per guidare i conservatori alla conquista dell’Europa. Nel discorso alla conferenza programmatica di Pescara, oltre ad aver toccato i punti chiave politici in vista delle elezioni, la Meloni ha citato riferimenti culturali, ideologici e temi che aiutano a definire un pantheon conservatore. Tra i primi riferimenti ad essere citati dalla premier ci sono stati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino rivendicando la lotta alla mafia, puntando il dito contro il traffico di esseri umani e sottolineando il diritto a non emigrare.
Nella visione di Europa di Giorgia Meloni un posto centrale è ricoperta dal conservatorismo verde e dalla necessità di conservare la natura. Sebbene non sia stato citato Roger Scruton è evidente il contributo in termini di idee offerto dal filosofo anglosassone autore di libri come Green philosophy: «Non c’è ecologista più convinto di un conservatore, lo dice l’origine della stessa parola, che deriva dal greco Òikos, che vuol dire casa, Patria» ha affermato la Meloni.
Il dna dei conservatori è antitetico a quello della sinistra e la premier non a caso ha ricordato il Trattato di Roma siglato nel 1957 a cui comunisti e socialisti votarono contro mentre il Msi votò a favore della sua approvazione. Da qui la stoccata: «Non prendiamo lezioni di europeismo dagli eredi del comunismo che hanno sostituito Mosca con Bruxelles» proponendo un modello di Europa confederale basata sul principio di sussidiarietà. Centrale in questa visione è il ruolo della nazione, entità la cui importanza è difesa da Charles De Gaulle non a caso ricordato dalla Meloni.
Si tratta di temi e valori cari anche a una visione cristiana della società e nel suo discorso di Pescara Giorgia Meloni, che è anche presidente dell’Ecr, il gruppo dei conservatori al parlamento Ue, ha citato gli ultimi tre papi: San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco.
Nel caso del pontefice in carica ha ricordato come Papa Francesco parteciperà al G7 parlando di intelligenza artificiale. L’approccio su questo tema cruciale per il futuro, così come per l’ambiente, è quello di coniugare la tecnologia alle esigenze dell’uomo. Per farlo occorre approfondire il legame tra fede e ragione, da qui la citazione di Benedetto XVI e del suo celebre discorso di Ratisbona nel 2006.
È proprio in Europa che la fede e la ragione hanno trovato la loro sintesi come spiegava anche San Giovanni Paolo II ed è compito dei conservatori difendere la nostra identità e le radici giudaico cristiane del vecchio continente contro i pericoli del politicamente corretto e le follie della cultura della cancellazione. Fondamentale in questa visione è la sfida demografica e a sostegno della natalità per garantire un futuro all’Europa. Non può infine mancare un ultimo concetto: la difesa della libertà.
Il pantheon culturale è definito, i temi sono ben chiari, manca solo un passaggio: il voto di giugno per costruire una nuova Europa.