Non c’è niente da fare, lo sport preferito del calcio italiano è la polemica fine a sé stessa. Al triplice fischio di Inter-Torino, partita che per la prima volta nella storia della Serie A vedeva una terna arbitrale composta da solo donne, la rete si è immediatamente divisa tra sostenitori e detrattori di Maria Sole Ferrieri Caputi. La sua colpa? Aver cambiato idea sul fallo da ultimo uomo di Tameze su Mkhitaryan, momento chiave dello scontro tra i campioni d’Italia ed i granata di Juric. Uno spettacolo certo non edificante che lascia l’amaro in bocca, considerata appunto l’occasione storica.
Un errore come tanti
La pietra dello scandalo è arrivata al 48’, dopo un primo tempo soporifero tra due squadre che non hanno molto più da chiedere a questo campionato. L’Inter, impegnata in una delle sue solite puntate in avanti, aveva messo Mkhitaryan in ottima posizione al limite dell’area. Il centrocampista georgiano si stava accentrando per impegnare Milinkovic-Savic ma aveva alle sue spalle il difensore Tameze. Il calciatore africano, in chiaro ritardo, non è andato molto per il sottile, stendendo il centrocampista nerazzurro poco prima di entrare in area di rigore. Punizione chiara e il fischietto livornese, vicino all’azione, estrae subito il cartellino giallo.
Ferrieri e anche Caputi è riuscita a fare un casino in una partita ininfluente. Brava, la strada è tracciata per equipararsi all’infimo livello dei suoi colleghi uomini. Siamo giustamente per la parità. Ha gasato.
— Marco (@VrBlueandyellow) April 28, 2024
Tra le vibranti proteste dei calciatori nerazzurri, la Ferrieri Caputi è subito richiamata dal Var, che stava valutando meglio la situazione. La questione fondamentale, in questo caso, è il fatto se Mkhitaryan fosse in grado di segnare da quella posizione e se si trattasse quindi di quella che il regolamento definisce “chiara occasione da gol”. La questione non è peregrina, visto che l’arbitro è costretto ad andare al monitor per controllare meglio cosa sia avvenuto. È a questo punto che cambia idea, cancella il giallo ed estrae il rosso diretto previsto in questi casi dal regolamento. Il peccato originale del fischietto labronico è tutto qui: come tanti altri colleghi prima di lei, ha semplicemente cambiato idea. E questo, chiaramente, nell’Italia del 2024, è un errore da matita blu.
E la prima partita della terna femminile viene suggellata da una enorme cagata. C’è un problema arbitri, scarsissimi rispetto a 10-15 anni fa. La Ferrieri sta lì solo perché DONNA. Come rendimento era inferiore in C a tanti arbitri.
— EnzoC (@NoEdgeForUs) April 28, 2024
Mentana: “Sono solo frustrati”
Visto che il Bel Paese non è cambiato molto dai tempi dei Guelfi e dei Ghibellini, per ogni utente che spara ad alzo zero nei confronti della direzione della terna in rosa, ci sono altrettanti guerrieri da tastiera che non scendono nei dettagli e difendono le giacchette nere solo perché donne. Una difesa d’ufficio che rischia di fare più danni della grandine. Gli errori ci stanno, anche in una partita quasi vacanziera che non ha offerto grandi difficoltà alla terna arbitrale, ma dire che “non hanno sbagliato nulla” è forse eccessivo. A termini di regolamento il rosso è sacrosanto mentre più discutibile interpretare se si sia davvero trattato di una chiara occasione da gol, definizione lasciata colpevolmente nel vago dalla norma.
Chi critica la Maria Sole Ferrieri Caputi e la terna è solo che prevenuto.
E non va bene.
Non hanno sbagliato nulla, neanche un fuorigioco.
È vero, non era una partita difficile, ma era una partita di festa, ciò non toglie che non abbiano sbagliato nulla
Fatevene una ragione.— pap1pap (@pap1pap) April 28, 2024
Chi si occupa di queste cose per mestiere ha valutato alla moviola il fattaccio ma, anche qui, i pareri sono divergenti. L’esperto di Dazn Luca Marelli non è d’accordo con la decisione: secondo lui, infatti, Mkhitaryan si stava muovendo verso la bandierina, non verso la porta. Questo sarebbe uno dei requisiti indicati dal regolamento ma il verdetto non è del tutto unanime: se alcuni pensano che il rosso sia stato eccessivo, altri sembrano più in linea con i criteri interpretativi dell’arbitro. Alle polemiche preferisce non partecipare Juric: il tecnico granata, infatti, non va oltre al definire l’espulsione “determinante per il risultato”.
La cosa che, invece, rischia di far trascendere quella che, se al posto dell’arbitro livornese ci fosse stato un collega maschio, sarebbe solo una delle tante baruffe chiozzotte del calcio italiano, è l’atteggiamento di chi preferisce prendersela con i critici, accusandoli di sessismo. Le critiche agli arbitri sono sacrosante, specialmente per un episodio che ha deciso una partita che ha affossato definitivamente le chances del Torino in Europa. Pretendere che, solo perché si tratta di un arbitro donna, ci si debba mordere la lingua non solo è ridicolo ma è profondamente irrispettoso nei confronti della terna arbitrale. Sono arrivate dove sono perché brave e capaci.
Meritano di essere trattate esattamente come gli altri, nel bene e nel male.