Eco-friendly, letteralmente amico dell’ambiente. È il parametro che devono rigorosamente rispettare i trasporti del futuro. Una rivoluzione che parte dalle strade, prosegue sui binari e arriva in mare. Auto elettriche, treni a idrogeno, navi sostenibili. La ricerca e lo sviluppo su questi mezzi è in stato avanzato, ma la loro circolazione purtroppo non è ancora così capillare, anzi. I veicoli elettrici sono un caso di stretta attualità.
Il settore Ev, favorito da una pioggia di incentivi statali che ha fatto esplodere il mercato in Cina ad esempio, deve ancora fare i conti con i costi troppo elevati che lo rendono poco competitivo rispetto al segmento delle auto tradizionali. Eppure i benefici ambientali sono conosciuti da tutti: secondo diversi studi, le auto elettriche possono contribuire alla riduzione di oltre il 50% delle emissioni di CO2 nell’aria rispetto ai motori a combustione interna. Nella sua ultima rilevazione, l’Ispra ha registrato che circa un terzo dell’anidride carbonica rilasciata nell’aria in Italia è da attribuire ai trasporti, mentre le statistiche mondiali mostrano che l’11,9% di CO2 presente nell’atmosfera viene prodotta dalle auto.
Con l’elettrico, questi numeri si possono ridurre drasticamente. Inoltre, le macchine elettriche richiedono una manutenzione sensibilmente inferiore. Dimenticate il cambio dell’olio, la sostituzione dei filtri del carburante, delle cinghie di distribuzione o delle marmitte. Per non parlare del rifornimento: addio pompe di benzina, arrivano le colonnine di ricarica.
Il discorso green vale a maggior ragione per il treno, che resta il mezzo di trasporto collettivo più amico e attento all’ambiente. Oggi in Italia le linee elettrificate (a binario semplice o a doppio binario) sono la larga maggioranza di quelle in esercizio, per un totale di 12.205 chilometri. Non solo negli ultimi anni grazie all’impegno dei principali operatori e delle Regioni, da nord a sud, si è vista l’introduzione di convogli sempre più ecosostenibili. Ma la sperimentazione di soluzioni persino più innovative potrebbe rappresentare un ulteriore passo in avanti verso l’avanguardia tecnologica. Se di recente gli Stati Uniti, intenzionati a rinnovare la rete ad alta velocità, hanno manifestato il loro interesse per i celebri treni proiettile giapponesi, l’Europa ha deciso di affidarsi alle rinnovabili.
Dall’energia solare in Regno Unito all’alimentazione eolica su cui viaggiano le carrozze in Olanda, sono in corso test sulle linee a idrogeno, anche in Italia con i mezzi Coradia Stream H. Un mondo che naviga ugualmente sull’onda del cambiamento è quello marittimo. Nel 2022, i trasporti internazionali via mare hanno generato il 2% di CO2. L’International Maritime Organization (Imo) ha fissato il 2050 come target per raggiungere le net zero emissions (Nze). Nello scenario Nze immaginato dall’Agenzia internazionale dell’energia (Iae), nel 2030 il 15% del carburante consumato per i trasporti marittimi sarà biofuel.
Non sarà ovviamente una passeggiata, ma dallo shipping arrivano segnali incoraggianti. Gli ordini così come le sperimentazioni di navi a propulsione elettrica e assistita dal vento sono in crescita ovunque. E un’alternativa che comincia a prendere piede, proposta anche dalle Nazioni Unite nei vertici COP, è l’impiego dell’ammoniaca come combustibile delle navi.
Insomma, tanti modi diversi per declinare un unico scopo: la decarbonizzazione.