Putin nazionalizza l’italiana Ariston. Tajani convoca l’ambasciatore russo. Governo in campo

Mosca nazionalizza altre 21 aziende. Si muove la Farnesina: "Ora intervenga la Ue"

L’ultima decisione del Cremlino, coincisa con la nazionalizzazione della filiale russa dell’Ariston Thermo Group, azienda italiana specializzata nella produzione e commercializzazione di soluzioni per il riscaldamento dell’acqua e degli ambienti domestici e commerciali, ha spinto il governo Meloni a chiedere chiarimenti per quanto accaduto. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha fatto sapere di aver convocato alla Farnesina l’ambasciatore russo in Italia spiegando che “il governo è al fianco delle imprese” e “pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali“. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha intanto avuto una conversazione telefonica con Paolo Merloni, presidente di Ariston, per un confronto sulla situazione in corso e per esprimere la vicinanza del governo, pronto a tutelare l’azienda in ogni sede. Lo stesso Urso – ha informato il ministero – incontrerà nelle prossime ore a Pescara il presidente della regione Marche, Francesco Acquaroli, nella cui area di Fabriano la multinazionale italiana ha la sede centrale e operativa.

Scoppia il caso Ariston

Nelle ultime il presidente russo Vladimir Putin ha posto le filiali russe di Ariston e quelle del produttore tedesco di elettrodomestici BSH Hausgeraete sotto la gestione temporanea di un’entità Gazprom, per la precisione JSC Gazprom Household Systems. Mosca ha pubblicato il relativo decreto presidenziale n. 294, datato 26 aprile 2024, sul portale internet ufficiale delle informazioni legali. Ad essere coinvolte, come detto, il 100% di Ariston Thermo Rus LLC, di proprietà di Ariston Holding N.V., e di BSH Household Appliances LLC, di proprietà di BSH Hausgerate GmbH.

Subito dopo la diffusione di questa notizia Tajani era stato chiarissimo: “Dopo l’inattesa decisione del governo russo sulla gestione di Ariston Thermo Group ho subito attivato la nostra Ambasciata in Russia e parlato con i vertici dell’azienda italiana. Il governo è al fianco delle imprese, pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali“.

In un secondo momento, il ministro italiano ha annunciato la convocazione dell’ambasciatore russo in Italia per chiedere chiarimenti in merito all’intesa vicenda. “Ho dato mandato al Segretario generale della Farnesina di convocare l’ambasciatore della Federazione russa in Italia. Il Governo chiede chiarimenti sulla vicenda della nazionalizzazione dell’Ariston Thermo Group. Al lavoro anche con Bruxelles, in raccordo con la Germania“, ha scritto Tajani su X.

La decisione della Russia

Non sono chiari né sono stati specificati i motivi della decisione presa dal governo russo. Certo è che, dall’inizio della guerra in Ucraina, Mosca ha posto sotto “gestione temporanea” i beni di molteplici aziende occidentali, giustificando queste mosse come ritorsioni per le azioni di altri Paesi contro imprese russe colpite dalle sanzioni.

Un anno fa Putin aveva firmato un altro decreto per decretare il trasferimento temporaneo della gestione delle filiali russe di altre due note aziende europee, Danone e Carlsberg, entrambe finite nelle mani dell’agenzia federale per la gestione delle proprietà, Rosimushchestvo. In quel caso il provvedimento era stato adottato dopo che la società francese e quella danese avevano annunciato l’intenzione di uscire dal mercato russo. Il 98,56% delle azioni del birrificio russo Baltika, appartenente a Carlsberg, e decine di migliaia di azioni appartenenti a Danone erano così state poste sotto il controllo della citata agenzia.

Nel caso di Ariston e Bosch la gestione delle due società viene trasferita, sempre “temporaneamente”, ad un altro gruppo industriale, sebbene controllato dal governo. Il governo italiano vuole vederci chiaro.

Per questo Tajani ha convocato l’ambasciatore russo a Roma.

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