Forza Italia, a quasi un anno dalla scomparsa di Silvio Berlusconi, è tutt’altro che evaporata. Il 13% ottenuto dagli azzurri in Basilicata è la conferma di un trend positivo iniziato col 6% in Sardegna e proseguito col 13% in Abruzzo.
Il partito guidato da Antonio Tajani sembra vivere un risveglio inaspettato. “Forza Italia, dopo la morte di Berlusconi, è rimasta unita e il testimone del Cavaliere è passato proprio al partito”, spiega il politologo della Luiss Lorenzo Castellani convinto che agli elettori berlusconiani si siano aggiunti gli elettori moderati favorevoli all’alleanza con la destra. Forza Italia viene vista come una sorta di bilanciamento rispetto a Lega e Fratelli d’Italia e “oggi, paradossalmente, va bene perché – spiega Castellani – si è trasformata in un partito molto più di quando c’era Berlusconi”. Tajani ha saputo selezionare degli amministratori campioni di preferenze molto radicali sul territorio “e – osserva ancora il politologo della Luiss – ha vinto la scommessa persa da Renzi e Calenda che oggi valgono la metà di Forza Italia”. La maggior parte degli ultimi sondaggi, infatti, danno gli azzurri stabilmente sopra la Lega e registrano un gradimento personale molto elevato per il loro segretario.
“Tajani da diversi è uno dei politici più popolari perché dà l’impressione di essere, come direbbero i francesi, una forza tranquilla”, sottolinea il decano dei sondaggisti, Renato Mannheimer che descrive il vicepremier azzurro non come un “leaderone”, ma come un politico capace di “trasmettere sicurezza e tranquillità ai moderati provenienti da FdI, ma soprattutto dai centristi, dagli indecisi e dagli astenuti”. La costante crescita di Forza Italia, poi, è dettata in parte anche dal calo di Matteo Salvini. “Il leader della Lega è da tempo in ansia da recupero, ma una comunicazione ansiosa e ansiogena non sta portando alcun recupero di credibilità”, sostiene il politologo Luigi Di Gregorio che, invece, plaude alla “comunicazione rassicurante di Tajani” il quale non si espone mai troppo mediaticamente e, soprattutto, “non è mai sopra le righe, mai in contraddizione”.
Insomma, il segretario di Forza Italia viene percepito come un “usato garantito” per diversi elettori di centrodestra. “È visto come una figura molto competente, di spessore e molto rispettata a livello internazionale, ma gli elettori lo sentono soprattutto vicino alle problematiche del cittadino comune”, dice Michela Morizzo, amministratrice delegata dell’Istituto Tecné secondo cui “Tajani sta dando una sua impronta al partito basandosi sulle radici e le battaglie storiche di Forza Italia, ma conservando una forte visione del futuro”. Elemento decisivo di questo momento di buona salute del partito è, senza dubbio, il ricordo di Silvio Berlusconi che, complice sia la docuserie di Netflix sia il libro di Paolo Del Debbio, è ancora vivo e forte nella memoria degli italiani. “Questo futuro così in crescita non sarebbe stato possibile senza il passato di Forza Italia ed è per questo che il nome di Berlusconi è una presenza fondamentale”, sentenzia Morizzo.
Un’opinione condivisa anche dal politologo Castellani che, sul tema, non ha dubbi: “Berlusconi è una personalità che ha affascinato milioni di elettori e il suo spirito vive ancora all’interno del partito. Il suo brand, da solo, vale il 5-6%”. Ma non solo. Secondo Tiberio Brunetti, fondatore di Vis Factor, “Berlusconi resta una figura imprescindibile di riferimento, ma Tajani ha ridato vigore ad una classe dirigente che oggi appare forte, coesa e soprattutto allargata”. Questo stato di buona salute degli azzurri è confermato anche da una ricerca realizzata in esclusiva per Il Giornale da Vis Factor che rileva come, sui social, Forza Italia raccolga raccoglie il maggior sentiment positivo con il 56,30%, davanti sia al M5S sia a FdI.
“Ovviamente – conclude Brunetti – anche tutto quello che avviene intorno contribuisce a questi risultati: la docuserie Netflix su Berlusconi e il libro di Del Debbio si inseriscono nel flusso di una narrazione assolutamente coerente”.